Artisti e Intelligenza artificiale

Artisti e Intelligenza artificiale: il mondo della musica è pronto?

L’argomento dell’intelligenza artificiale coinvolge diversi asset: dall’economia e finanza con l’irruzione dell’AI generativa fino ad arrivare ai settori creativi.


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Un esempio evidente è ciò che è accaduto ad Hollywood nei mesi scorsi quando un intero comparto, quello cinematografico, si è completamente paralizzato a causa dello sciopero di molti settori dell’industria, tra cui gli stessi attori, minacciati dall’imperversare di questa nuova tecnologia.

Se questo ha causato, come conseguenza, la necessità di sedersi intorno a un tavolo e riscrivere le regole, nel mondo della musica sono ancora molti gli interrogativi e le questioni aperte da chiarire. Con Paolo Bigazzi Alderigi, produttore, professore SAE, editore musicale e membro di quattro associazioni di categoria, vogliamo approfondire l’argomento relativo all’intelligenza artificiale, per capire in che modo può influenzare il mercato musicale.

Intelligenza artificiale e musica. La tecnologia in che modo influenza la creatività?

«La tecnologia ha sempre avuto un impatto nei processi compositivi, produttivi e realizzativi della musica. Dal clavicembalo al pianoforte, dalla chitarra acustica a quella elettrica, dal sintetizzatore al computer, dal plug in alla IA… si potrebbe continuare.

Assumendo per un istante la creatività come capacità di trasferire la propria esperienza e conoscenza in un linguaggio capace di trasmettere questa trasformazione, allora la tecnologia ne diviene strumento.

Che poi quest’ultimo possa essere particolarmente sofisticato o ancora in grado di partecipare al processo di trasformazione, allora ci si dovrà aspettare che la forma narrativa, l’output, l’opera generata, contenga un’evoluzione ulteriore di quel linguaggio. Se la tecnologia può svelare, dunque, nuovi percorsi, nuove soluzioni, facilitare processi, mostrare nuovi linguaggi, allora sarà uno strumento per evolvere anche la creatività. Il concetto base che può essere suggerito è “trasformazione” (GPT – Generative pre-trained TRASFORMER)».

Il mercato economico della musica come si trasformerà nel futuro?

«Forse si dovrà considerare questo “futuro” con la stessa velocità contemporanea di evoluzione delle tecnologie, ovvero in ore, dunque è in trasformazione. Ci sarà una crescente implementazione delle tecnologie capaci di monitorare utilizzi della musica, di profilarla in modo sempre più preciso e di lasciare che l’utente possa interagire con essa.

Ciò porterà, a mio avviso, ad un incremento delle utilizzazioni della musica con valori e volumi che si sposteranno su nuove voci di diritti di sfruttamento economico commerciale degli asset musicali. In tal senso la valutazione stessa del valore dei cataloghi conoscerà un grado di accuratezza maggiore, a fronte di un’utilizzazione non solo più capillare ma anche più frammentata.

Ciò comporterà un investimento maggiore nelle infrastrutture sia amministrative sia creative dei cataloghi musicali e delle piattaforme di condivisione, contenuti audiovisivi sia lineari sia interattivo-immersivi. Forse un’altra possibilità di accesso e di interazione con la musica per mezzo di sensori, dispositivi indossabili, IOT, potrà (come già sta accadendo) aprire a nuovi mercati e nuovi formati in grado di ri-mediare non solo la musica ma anche l’utente/ascoltatore che adesso vuole e può interagire con essa».

A livello pratico, qual è il valore aggiunto dell’intelligenza artificiale a beneficio della musica?

«Velocizzare processi, evolvere linguaggi musicali, esplorare ed espandere le possibilità sonore con nuovi timbri. Ovviamente non è necessario usare una IA per comporre e produrre musica. Se fatta intervenire nel processo creativo, allora potrà assumere un potere rivelatorio di nuovi linguaggi. Se usata in chiave speculativa genererà musica che potrà solo somigliare a se stessa».

Come sono organizzati gli altri paesi europei?

«Per quanto riguarda lo scenario delle AI, in base alla Direttiva Copyright europea, la concessione all’estrazione di dati di opere sotto copyright, è riservata al titolare dei diritti (diritto di opposizione, opt-out). La Sacem (società di gestione collettiva diritti d’autore francese) ha esercitato tale diritto per conto dei propri associati.

Ciò comporterà che tutte le aziende produttrici di AI dovranno chiedere autorizzazione a pagare una licenza per sottoporre i contenuti protetti a processi atti all’addestramento delle AI. Chiaramente la velocità di evoluzione della tecnologia è ben superiore ai tempi di reazione legislativi e attuativi, ma appare sempre più chiaro che si dovranno prendere delle posizioni per regolamentare le AI non tanto per rallentare o frenare la loro evoluzione, ma piuttosto per fare evolvere l’intero sistema in modo trasparente e propulsivo».

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