Manuela Ronchi, capitalizzare i valori

Mettersi alla prova e fondarsi su valori lungimiranti: l’esperienza di Manuela Ronchi, una figura imprenditoriale tra le top 100 dell’anno

Un percorso fondato su valori che “pagano” a lungo termine, oggi ha concretizzato una holding che controlla dieci aziende nel campo dell’innovazione e dei linguaggi comunicativi in Italia e nel Regno Unito: al vertice di questo esempio imprenditoriale c’è Manuela Ronchi, founder e ceo di Action Holding, founder di Dr Podcast, recentemente nominata da Forbes tra le 100 figure imprenditoriali femminili che più si sono distinte nel 2023.


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La chiave di tutto? Saper guidare coraggio, istinto e networking.

Partiamo dall’idea di team e da quando si investiva nella crescita in azienda: sta forse cambiando questo fenomeno in Italia?

«Questo fenomeno è cambiato e sta cambiando soprattutto post-Covid. Dalla mia esperienza diretta e sul “campo”, il periodo del Covid ha insegnato che bisogna investire sul capitale umano.

Preferisco tenere vicine le persone appassionate e che vivono il lavoro in azienda come fosse la propria azienda, affiancandole, rendendo dipendenti e collaboratori dei manager e fornendo loro tutti gli strumenti utili per crescere, conoscere e fare cultura tutti i giorni.

Osservo tanta mobilità, ma la crescita in un’azienda con tanta mobilità fa fatica e non si crea quel valore intrinseco. Perciò, dal mio punto di vista, è importante curare l’evoluzione delle persone, puntando all’umanesimo e al contenuto, piuttosto che ai tecnicismi».

Anche nel recruitment, quindi, ci si sposta su altri valori: oggi, in un candidato, cosa si cerca?

«Osservare se alla persona brillano gli occhi: perché non si deve cercare lavoro solo per lo stipendio, ma la persona deve sentire istintivamente che quello è il lavoro della sua vita. La voglia di continuare a imparare ogni giorno e la curiosità.

La voglia di fare un po’ di sacrifici. Vorrei che la parola “sacrificio” tornasse un po’ di moda e non una parola da aberrare come se fosse un’onta. Oggi si pensa di arrivare immediatamente solo perché si ha un curriculum in mano, una laurea o un pezzo di carta.

Il mondo sta cambiando così velocemente che, se non si ha la grinta e la voglia di fare sacrifici, studiare, imparare e conoscere, si rimane al palo».

E invece per riposizionarsi, quale ruolo ha oggi il networking rispetto a ieri?

«Oggi il concetto di “posizionarsi” o “riposizionarsi” è un tema molto attuale. Viviamo in una miriade di linguaggi di comunicazione e siamo diventati noi stessi dei media.

Abbiamo a disposizione tanti canali che vanno maneggiati con cura e con cognizione di causa, soprattutto dal punto di vista dei linguaggi che utilizziamo per posizionare il nostro personal branding sul mercato. Il networking è fondamentale: per posizionarsi bisogna avere una leadership. La leadership è fatta da competenza, passione e relazioni.

E il networking è fondamentale oggi, ancora più di ieri, proprio perché l’arricchimento reciproco e il tessuto relazionale è quello che aiuta poi a velocizzare i processi quando si ha un’idea da mettere a terra».

ITALIA ECONOMY - Manuela Ronchi, capitalizzare i valori
Manuela Ronchi

Quanto si crede (ancora) nel career coaching?

«Dipende intanto da cosa si intende per coaching. Abusiamo talmente spesso di alcune parole che ormai è come se fossero disabitate: resilienza, sostenibilità, coaching, per fare degli esempi.

La cosa più importante è stare sempre vicino a persone che ne sanno più di noi: può chiamarsi coaching, mentorship o qualsiasi altro termine, l’importante è non strumentalizzare il ruolo. Non credo nei predicatori, non credo in quelli che ci vengono a dire cosa dobbiamo fare per diventare famosi o per fare carriera.

Per quanto mi riguarda – e lo dico personalmente senza ovviamente estendere il mio punto di vista a tutti – ciò che conta nella crescita della propria carriera è circondarsi di persone che ne sanno più di noi e da cui si può imparare e crescere».

Dove occorre investire per scegliere di fare, ad esempio, personal branding, a suo parere?

«Le parole chiave sono investire, scegliere il mezzo di comunicazione, il linguaggio che più rappresenta il nostro reale modo di essere – con la massima sincerità – e farlo poi diventare il nostro media prevalente.

Si deve poi creare tanto contenuto e distribuirlo sapientemente su tutti gli altri mezzi di comunicazione. Quindi identificare il mezzo di comunicazione prioritario, l’iper-posizionamento e poi estensione di linea: questi sono gli ingredienti giusti in un mercato dove tutti dicono tutto.

Il segreto è farsi ascoltare, senza urlare più forte degli altri. E, soprattutto, occorre rendersi conto che oggi non si può fare personal branding se non c’è contenuto. Perché la forma da sola non basta».

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Antonella Tereo
Giornalista specializzata in attualità, lifestyle e turismo

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