Krein, tecnologia al servizio del marketing

Da Firenze alla conquista del mercato internazionale: è la parabola di successo di Krein, una start up che si occupa di marketing technology

I fondatori di Krein – start up che si occupa di marketing technology – sono Lapo Chirici, Jacopo Chirici e Carmelo Trusso: il primo con studi in economia e marketing ed esperienze come data scientist; il secondo con un bagaglio professionale in ambito strategia e innovation management; mentre il terzo è un ingegnere aerospaziale.


There is no ads to display, Please add some

Una squadra, quindi, ad alto contenuto tecnologico, che è capace di gestire la complessità del mercato attuale e che ha condensato nel nome della start up queste sue risorse: Krein è, infatti, un rimando alla parola inglese “crane”.

La gru diventa, dunque, sinonimo di elevazione e di equilibrio tra pesi e strumentazioni di diversa natura, efficace metafora della odierna digital economy.

Secondo il Digital Economy and Society Index della Commissione Europea, nonostante la forte spinta alla digitalizzazione causata dalla pandemia, circa due aziende B2B su tre continuano a scontrarsi con problemi concreti legati alla digitalizzazione.

Come interviene Krein per aiutare le aziende a adottare le nuove tecnologie anche nei processi di buying e selling?

«Abbiamo notato che nelle aziende ad alto contenuto di ingegnerizzazione era presente un gap a livello di copertura informativa. Molto spesso le aziende che fanno digital marketing, accelerazione del processo di vendita e discovery si rivolgono più spesso al mondo consumer e meno al mondo business, il quale è meno privilegiato perché non è semplicissimo comprendere le logiche che ci sono dietro a un processo produttivo.

Si pensi solo ad aziende complesse come quelle che producono energie rinnovabili. Colmare quel gap di offerta serviva per riuscire ad accelerare il processo di crescita di queste aziende.

La crescita non è da intendersi solo come incremento del fatturato, ma anche come aumento delle conoscenze a livello digitale e in termini di spostamento dell’attenzione dal processo produttivo alle persone.

Alla fine dietro un progetto imprenditoriale ci sono sempre delle persone. Il prodotto finale è il risultato del lavoro di tante aziende che tutte insieme formano l’indotto. Mentre negli anni ’80 e ’90 i processi manifatturieri erano molto lunghi e complessi, oggi si sta sviluppando tutto molto più velocemente e noi riteniamo importante riuscire a dare una mano alle aziende per ottimizzare il ciclo di vita.

Questo permette di variare il parco clienti e il parco fornitori, fino ad alimentare una buona concorrenza e anche una migliore qualità del prodotto».

ITALIA ECONOMY - Krein, tecnologia al servizio del marketing
Lapo Chirici

In qualità di docente del corso di Web Communication allo IED, ha affermato che nelle aziende esiste un gap tra 3 reparti chiave: IT, marketing, comunicazione. Di cosa si tratta e come può essere colmato?

«Il corso è nato nel 2016 e negli anni è stato rinnovato, facendo in modo che fosse estremamente legato a quello che richiede il mercato. Oggi sono richieste competenze verticalizzate e specifiche come interaction design, user experience e user interface o motion graphic.

A monte di queste competenze serve però avere una sorta di fil rouge, quello che si chiama il quarterback digitale. Servono dei project manager che siano in grado di comprendere le necessità di questi tre dipartimenti: IT, marketing e comunicazione, il quale include anche il design.

Il successo di un progetto scaturisce dal fatto che il team di ogni dipartimento riesce a completare un compito con la stessa tempistica e con la stessa efficacia degli altri dipartimenti.

L’opportunità di acquisire delle competenze t-shaped – in italiano “trasversali” – è importante perché oggi il mercato richiede figure in grado di comprendere la verticalità degli strumenti e delle tecnologie, ma anche di conoscere la logica e la strategia che c’è a monte, in modo da gestire nel miglior modo possibile tutta la pipeline di sviluppo.

A queste figure è richiesta, in ultima istanza, la capacità di dialogare in maniera efficace con tutti gli stakeholder della filiera digitale. Se gli strumenti digitali hanno una funzione strategica, non bisogna tuttavia, dimenticare che in certi settori è bene che si continui a fare marketing alla vecchia maniera: scambio di bigliettini nelle fiere, seguiti da telefonata ed e-mail classica.

Questo è il metodo usato nelle aziende dove ci sono processi di vendita molto complessi (come impianti di energie rinnovabili o sistemi di cybersecurity): quando si parla di accordi da svariate migliaia di euro è impensabile che si possa fare tutto digitalmente, bisogna invece stabilire un elevato livello di fiducia tra le persone e lo si può fare solo attraverso un rapporto umano personale e diretto.

Ovviamente, ci sono delle dinamiche digitali preposte ad accelerare il processo di formazione del livello di trust: ad esempio, le strategie di inbound, che diffondono contenuti di valore per le aziende.

È infatti importante far pensare le aziende non solo in termini di prodotto, ma dare loro una visione “ispirazionale” sui benefici del servizio proposto nella vita di tutti i giorni. Si tratta della cosiddetta customer experience, ossia del mettersi nei panni di chi ci ascolta per creare un prodotto di valore.

Cerchiamo, insomma, di spostare l’attenzione dal prodotto al valore che questo ha per l’altro e per la società e di accelerare la rete di relazioni tra le aziende».

ITALIA ECONOMY - Krein, tecnologia al servizio del marketing
Krein team

La cultura aziendale di Krein mette al centro il benessere delle persone, promuovendo il work life balance e l’inclusione. Ci può fare qualche esempio concreto?

«Come start up cerchiamo di dare delle opportunità alle persone e, in particolare, ai giovani. Per questo abbiamo stabilito delle convenzioni con l’Università di Firenze, con ISIA Firenze (Istituto pubblico di Design) e con IES Milano, che organizza e gestisce programmi di studio e lavoro all’estero per studenti di college statunitensi e asiatici.

Il percorso di laurea prevede, infatti, che gli studenti svolgano un tirocinio di circa due mesi in aziende italiane per apprenderne cultura e modalità operative. Il nostro obiettivo non è solo affidare un compito agli stagisti, ma fare in modo che svolgano il lavoro con responsabilità e motivazione.

Abbiamo avuto un’esperienza molto positiva con uno stagista newyorkese specializzato in econometria, che ha lavorato attivamente ai nostri progetti e che poi subito dopo è stato assunto da UBS.

Per quanto riguarda l’inclusione e la parità di genere, possiamo contare su uno staff dove 7 dipendenti su 10 sono donne. Al riguardo posso dire che è stato un processo naturale, non è stato pianificato.

Vogliamo mantenere questo assetto molto bilanciato, nell’intento di premiare il merito e la buona volontà e dando le stesse opportunità a tutti. La crescita che abbiamo avuto di recente ci sta spingendo a rivedere la governance dell’azienda, per avere figure dirigenziali ispirate alla parità di genere.

Infine, riguardo al benessere delle persone che lavorano con noi, stiamo per dare il via a un percorso di meditazione ideato da Giulia Prayer, esperta in benessere olistico e crescita personale».

Quali sono le nuove risorse di cui Krein è alla ricerca e in quali paesi sono richieste?

«Siamo alla ricerca di persone in alcune macroaree: strategia e advisory, quindi figure dal taglio economico e di project management che sappiano comprendere le necessità di business dei nostri clienti e partner; design, epicentro della nostra sede di Mantova e settore su cui puntiamo tantissimo.

Cerchiamo figure a Firenze, Milano e New York, dove vogliamo selezionare due persone in ambito sales e accounting.

Per la fine del 2024, è prevista l’apertura di una nostra nuova sede a Baku, capitale dell’Azerbaigian e una delle sedi più innovative dell’Eurasia, con aziende legate all’Oil & Gas».

Scopri di più su Krein

Leggi altro su ‘I Protagonisti’

condividi su:

Picture of Giulia Baglini
Giulia Baglini
Giulia Baglini, giornalista.

Leggi anche