Cloov, il futuro della moda è eco-friendly

L’industria della moda è una delle realtà più inquinanti. Di un suo futuro eco-friendly, abbiamo parlato con Olimpia Santella e Chiara Airoldi, fondatrici di Cloov

L’industria della moda è tra le realtà manifatturiere più inquinanti del Pianeta, producendo dall’8 al 10 per cento di tutte le emissioni globali, pari a 4-5 miliardi di tonnellate di CO2. Se vogliamo dare una direzione sostenibile alle nostre scelte, il riutilizzo potrebbe essere una via. Su questo solco ha scelto di muoversi Cloov, start up che opera nel settore della moda come circular enabler, consentendo a brand e retailer di offrire direttamente ai propri clienti un servizio di noleggio e di vendita second-hand.


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Che la moda inquini è un fatto ormai acclarato, ma qualcosa sta cambiando grazie anche alla direzione più sostenibile che stanno imprimendo alle loro scelte sia i consumatori che le start up. È il caso di Cloov, una piattaforma B2B che offre alle aziende del settore moda la possibilità di adottare strategie di noleggio e di second- hand, contribuendo a realizzare modelli di business circolari.

L’idea nasce nel 2021 quando Chiara viveva ad Amsterdam e Olimpia a Londra. Si incontrano a un convegno dedicato alla sostenibilità nel settore moda e da un veloce scambio è subito emersa l’aspirazione di portare in Italia un modello di business innovativo e sostenibile, capace di risolvere i principali problemi delle aziende di moda.

«L’idea iniziale era quella di aprire un negozio di noleggio, così abbiamo iniziato a parlare con alcuni brand e a familiarizzare con quelle che erano le principali sfide e problematiche con cui si misuravano – spiega Olimpia – l’esigenza di attrarre nuovi clienti, soprattutto tra la generazione Z e i millennial e quella di gestire lo stock invenduto dovuto alla crescente overproduction, vale a dire la necessità di implementare strategie circolari volte all’estensione del ciclo di vita dei prodotti. Nasce così l’idea di sviluppare un software per diventare facilitatori del noleggio, offrendo la possibilità a diversi attori di mercato di usufruire del nostro servizio».

Per facilitare l’adozione di questo modello circolare, Cloov offre un servizio end-to-end: creazione del sito web per il noleggio e/o il second-hand personalizzabile; gestione degli ordini e calendarizzazione dei ritiri; e gestione del processo logistico (incluso lavaggio e ricondizionamento). Il mercato del second hand è in crescita, secondo uno studio della Boston Consulting Group vale ad oggi tra i 30 e i 40 milioni di dollari e si prevede una crescita che oscilla tra il 15-30 per cento nei prossimi 5 anni.

ITALIA ECONOMY - Cloov, il futuro della moda è eco-friendly

L’opzione second-hand non va incontro solo alle esigenze dei consumatori, ma anche ai brand, che non solo riducono il proprio impatto ambientale e riescono a essere in conformità con le normative europee, ma ne guadagnano dal punto di vista della green reputation.

«La reputazione aziendale passa anche dalla sostenibilità ambientale – spiega a tal proposito Chiara –. È il caso del servizio di noleggio di Atelier Emé, creato in partnership con noi, che conferma e rafforza l’impegno del brand verso la circolarità, l’estensione della durata di vita dei capi e il loro riutilizzo in modo sostenibile».

Atelier Emé del Gruppo Calzedonia è un brand italiano specializzato nella realizzazione di abiti da sposa e da cerimonia e da poco dispone di un servizio di noleggio che consente di usufruire per un massimo di 10 giorni di una selezione di capi di abbigliamento femminile e accessori. Il catalogo presenta una vasta selezione di prodotti grazie ai quali è possibile creare un total look Atelier Emé in modo accessibile e divertente, promuovendo allo stesso tempo la sostenibilità ambientale, senza rinunciare, però, a capi unici e preziosi.

I tempi di noleggio sono flessibili per un periodo variabile, tra 4 e 10 giorni, e alla scadenza del noleggio si possono restituire i capi con servizio di spedizione e lavaggio gratuiti oppure acquistarli come capi di seconda mano.

«Grazie al servizio che offriamo – spiega Olimpia – i brand avviano un percorso verso un modello di economia circolare con l’indubbio vantaggio di minimizzare gli sprechi, eliminare l’eccesso di inventario senza ricorrere a sconti e allo stesso tempo conquistare un nuovo target di consumatori più giovane, attento all’ambiente e con capacità di spesa più contenute. Un capo che normalmente costa 500 euro si può noleggiare a 40».

L’aspetto “enabler”/abilitatore di Cloov consiste nel fatto che l’azienda e il cliente non devono preoccuparsi di seguire aspetti come la gestione degli ordini o della logistica. Un bel vantaggio, indubbiamente.

«Esattamente – aggiunge Chiara –. Cloov lavora dietro le quinte in collaborazione con il brand attraverso tre livelli di servizio: creazione di un negozio di noleggio in white label, che riflette l’immagine del brand partner; gestione della piattaforma dal caricamento dei prodotti nel catalogo fino alla fatturazione e all’assistenza clienti; gestione della logistica compreso il ricondizionamento e il lavaggio dei capi».

Il futuro della moda, dunque, può essere eco-friendly grazie allo shopping sostenibile che consente di ridurre il consumismo senza rinunciare allo stile e all’eleganza di capi alla moda, ma a un prezzo più basso.

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Maria Salerno

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