L’arte di ascoltare

Ascoltare è una capacità e un valore sociale da insegnare e mettere in pratica nei rapporti interpersonali e in quelli lavorativi

Saper ascoltare significa superare l’aspetto uditivo che limita a “sentire” senza capire. Vuol dire quindi andare oltre la decodifica della meccanica del suono, per giungere a comprendere il messaggio portato dall’interlocutore, il significato delle sue parole, e dunque l’interlocutore stesso.


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Udire è un’abilità fisica, ascoltare è invece una skill, una capacità sociale, da mettere in pratica nelle relazioni, nei rapporti interpersonali e in quelli di lavoro.

Quali sono i vantaggi di saper ascoltare? Ovvero cosa ci dovrebbe spingere verso il recupero di quella predisposizione naturale all’ascolto, che però ultimamente pare trascurata? Cosa ci dovrebbe motivare a cambiare le nostre abitudini nel rapportarsi con gli altri?

Innanzitutto, ascoltare attentamente, per capire, ci permette di trarre beneficio a livello di conoscenze e abilità personali e di capacità sociali. Predisporsi all’ascolto consente per prima cosa di spostare l’interesse da noi stessi a chi ci sta davanti.

Lasceremo da parte quindi le nostre convinzioni e ci concentreremo sull’altro, su qualcuno e qualcosa che non conosciamo, e che possiamo conoscere, con interesse e nel nostro interesse. Riusciremo così a comprendere un altro punto di vista che potremo tenere in considerazione per, magari, rivedere qualche nostra convinzione, acquisire nuove conoscenze o nuovi modi di vedere e interpretare le cose dando il via a un pensare sempre nuovo e innovativo.

Saremo in grado, d’altra parte, di riconoscere le persone, di capire quali sono le loro abilità, i loro approcci: potremo così scegliere in maniera migliore i nostri collaboratori, selezionare le figure ideali per ricoprire precisi ruoli all’interno dell’azienda.

Solo ascoltando, dicevamo, potremo capire chi abbiamo di fronte, e quindi stabilire con lui una comunicazione adeguata e feconda perché costruita su misura. Ascoltare bene infatti implica rivolgersi con attenzione all’interlocutore, focalizzando su di lui tutti i nostri sensi.

Si va oltre un udire distratto perché c’è un’intenzione di fondo: comprendere il suono, il messaggio, il significato, l’interlocutore. Sarà così che arriveremo a renderci conto che una persona, nel nostro ambito di lavoro, un collaboratore, un cliente un amico, amica, può parlare linguaggi diversi.

Ascoltare bene, con intenzione e attenzione, ci consente di riconoscere i tipi di persone con i loro rispettivi modi e linguaggi di comunicazione. Per farci capire da loro, per farci quindi a nostra volta ascoltare sarà necessario capire come esprimerci al meglio.

In una formula, quasi un gioco di parole, possiamo dire che per farci ascoltare dobbiamo ascoltare, e per capire come il nostro interlocutore ascolta dobbiamo ascoltarlo. Torniamo quindi al punto: l’ascolto è il punto di partenza per una buona comunicazione.

Un cliente, o un fornitore, un collega, il compagno, la compagna che ci accorgeremo privilegiare l’aspetto uditivo avrà bisogno da parte nostra di una esposizione chiara della nostra idea/ o punto di vista.

D’altra parte, lui per primo avrà esplicitato in maniera nitida le sue esigenze e i suoi desideri e, di contro, si aspetta da noi altrettanto. Dovremo essere quindi in grado di spiegare in maniera efficace, concisa e priva di divagazioni il valore del nostro prodotto e l’idea di benessere che sottende. Una persona invece più visiva avrà necessità di una proposta, da parte nostra, incentrata sulle immagini.

Dovremo in questo caso far vedere, mostrare, illustrare ciò che riteniamo più adatto alle sue esigenze, senza troppe parole, ma concentrandoci e facendola concentrare sulle immagini. Con chi invece sarà più propenso a muoversi seguendo la lingua delle emozioni, dovremo essere capaci di stimolare i sentimenti, facendo sentire il serramento e ciò che porta a livello emotivo e irrazionale.

Abbiamo capito che ascoltare con attenzione ci fa trarre benefici dall’interlocutore e ci consente di comunicare in maniera adeguata. Però, come ultimo ostacolo al cambiamento, ci potremmo chiedere: perché recuperare questa abilità, investirci e incentrarci il nostro approccio quando ci sembra che siamo tra i pochi a farlo?

Il drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe, circa duecento anni fa, sosteneva che “parlare è una necessità mentre ascoltare è un’arte”.

La scienza della comunicazione era ancora lontana dall’essere inventata, essendo figlia dei tempi moderni, ma l’aforisma di Goethe ci deve far riflettere, andando a suddividere nettamente il parlare, ovvero l’esprimersi, ritenendolo una necessità paragonabile a nutrirsi, dall’ascoltare, che viene invece trattato alla stregua di un’arte ovvero di una forma creativa.

L’arte però non è solo, come si crede, figlia di abilità innate, ma anche di studio e applicazione. Possiamo quindi condividere l’etichetta di forma d’arte applicata all’ascolto, inteso quindi come frutto di abilità, tecnica ed esperienza.

Ascoltiamo e osserviamo il linguaggio che l’altro utilizza, cercando di capire il significato di quello che dice o fa: i rapporti sociali saranno meno stressanti e più duraturi. Ascoltare, che può sembrare un dettaglio, una piccola parte della comunicazione e delle relazioni interpersonali ne è in realtà il fondamento ed ha un valore inestimabile che deve essere insegnato fin da piccoli.

 

Patrizia Esposito 
Tre punti ci distinguono: Attenzione, Ascolto e Creatività. Trentennale esperienza consolidata come consulente nella Comunicazione Strategica, il mio ruolo è affiancare le aziende nelle sfide delle complessità, grazie alla conoscenza dinamica e in continua evoluzione del mercato, e alla metodologia comportamentale CEB innovativa, per facilitare i momenti di cambiamento con successo. Realizzo percorsi di s-formazione e formazione commerciale e di affiancamento al passaggio generazionale. L’esperienza dinamica e gli studi nel campo della psicologia e dell’economia ci permettono di avere una visione innovativa sulle variabili dei comportamenti d’acquisto e successivamente per creare strategie rivolte a ottenere il consenso del mercato verso i nostri clienti. 

 

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