Per presentare il progetto del Lanificio Digitale è in programma l’evento “New Fluxus”, che promuove un dialogo innovativo tra artisti e tecnologi
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Dal degrado alla rigenerazione urbana attraverso l’arte e l’innovazione: è questo il grande processo di mutamento che sta interessando la zona di Porta Capuana, nel centro storico di Napoli, grazie al lavoro di un gruppo di realtà che promuovono iniziative culturali, imprenditoriali, didattiche e sociali.
Fulcro dell’intero progetto di riqualificazione è l’ex Lanificio Borbonico che insiste sul chiostro di Santa Caterina a Formiello, divenuto nel corso del 1800 la più importante industria tessile nel Regno delle Due Sicilie, dando lavoro a circa 700 persone e coinvolgendo persino i detenuti delle carceri nel confezionamento delle uniformi per l’esercito napoletano.
Il Lanificio Digitale si insedia in questo vasto complesso archeo-industriale con quasi 1000 metri quadrati per creare un Open Innovation e Cultural Hub, fondato da Davide Bussetti e Giordano Iovine.
Tutta la struttura funzionerà in base a un costante dialogo tra innovazione e cultura che coinvolgerà tutte le realtà storiche che da sempre si impegnano per il sociale, per la cultura e per il territorio.
Per presentare a cittadini e media il progetto del Lanificio Digitale, di cui abbiamo parlato qui, dal 10 al 12 maggio è in programma l’evento “New Fluxus”, un happening che vuole promuovere un dialogo innovativo tra artisti, tecnologi e appassionati d’arte, tracciando nuovi percorsi nell’evoluzione dell’arte digitale all’interno di uno spazio concepito come incubatore di nuove forme d’arte e di espressione culturale.
Per saperne di più abbiamo intervistato Simona Zamparelli, direttore artistico del Lanificio Digitale.

«Ho coniato il titolo New Fluxus – spiega Zamparelli – per due motivi: il Lanificio Digitale si occupa di nuove tecnologie e sappiamo che l’innovazione è un eterno flusso di cambiamenti, in base al quale si alternano e si succedono vecchie e nuove tecnologie; inoltre, ho ripreso il nome del collettivo di artisti Fluxus che tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70 si discostarono dall’arte bella per comunicare messaggi sociali e politici.
Ciò che infatti caratterizza questa tre giorni non è solo un’esposizione di opere fisiche, ma anche una fitta programmazione di talk e di performance che comunicano messaggi che riguardano il territorio locale, ma anche quello nazionale e di altri paesi».
Al centro di questa edizione zero, la prima di una serie di eventi in programma presso il Lanificio Digitale, c’è la rigenerazione urbana: «L’evento è stato costruito insieme a Luca Martinelli, fondatore di NFT Community Conference, un movimento che unisce la cultura digitale con il patrimonio italiano, creando impatti reali nelle città in cui si svolge.
Non è solo una conferenza, ma una piattaforma itinerante che include mostre e summit su innovazione, creatività collettiva e arte, con un focus su crypto art, audio-video performances e l’uso di strumenti come TouchDesigner. Offre inoltre opportunità di networking tra talenti, servizi, business e investimenti.
Insieme abbiamo allestito ad hoc l’ex lanificio, creando una location che si pone al centro di un quartiere degradato ma in piena evoluzione. Per parlare di rigenerazione urbana, sabato 11 maggio avremo anche un evento nell’evento dedicato agli interventi delle istituzioni».
Zamparelli sottolinea il forte carattere interattivo dell’evento: «Soprattutto negli ultimi anni del XX secolo l’arte contemporanea è uscita fuori dai canoni accademici ed è diventata un principio di relazione in cui l’oggetto ultimo si è messo in discussione e ciò che viene fuori è la relazione tra l’io dell’artista ed il mondo, fuori e dentro.
Con i nuovi linguaggi dell’arte digitale, legati all’intelligenza artificiale e alla blockchain, solo apparentemente freddi e distanti dalla sfera umanistica, vogliamo creare relazioni attraverso il contatto con gli artisti. Quelli presenti a New Fluxus sono 35 e sono di fama internazionale.
Un esempio è il collettivo Monograma, un’organizzazione per il Commercio Equo e Solidale Decentralizzata, che a New Fluxus presenterà “Amazonia”, una mostra d’arte e una galleria NFT in reatà aumentata, per celebrare la bellezza della foresta pluviale e difenderne la conservazione.
Essa ci farà capire come il linguaggio, che sia visivo, parlato o trascritto (e poi archiviato e documentato) sia il potere più grande in assoluto in mano all’uomo. Con i nuovi strumenti dell’arte digitale possiamo infatti riuscire a conservare i costumi dei popoli indigeni a rischio di estinzione».
Zamparelli illustra inoltre la valenza sociale e antropocentrica del progetto: «Il Lanificio Digitale si divide in due hub, dedicati a cultura e innovazione, che devono coesistere in funzione del concetto di “Happy Building”. Attraverso la percezione visiva si può infatti lavorare meglio e stare bene.
Lo stabilisce anche il concetto di Academy, all’interno del metodo PLAN ideato dai fondatori del Lanificio: le persone che si formano lì sono di passaggio e dovranno ricordarsi di quello spazio come di uno spazio vivo, in cui c’è relazione.
Il progetto ha al centro l’uomo e la sua comunità, per una visione collettiva del noi, da applicare nell’arte, nella cultura e nel lavoro. Vogliamo rompere con la consuetudine secondo la quale si fanno gli eventi solo sottolineando chi si è e mai dando valore agli altri e alla comunità».
Protagonista di uno dei talk di New Fluxus sarà Andrea Crespi, che proprio a Napoli, ha lasciato un segno concreto della sua arte donando alla IUAD (Institute of Universal Art and Design) l’opera denominata “Le Tre Grazie”, un tributo alla cultura come via verso la libertà.
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