Paolo Attanasio, Ceo di Polaris Engineering: «Ricerca e sostenibilità al servizio delle migliori soluzioni tecnologiche da applicare al business»
Metaverso, sostenibilità, transizione energetica e ricerca. Sono queste le parole d’ordine di Polaris Engineering. Rappresentano la bussola per guidare l’azienda nella sfida dell’innovazione tecnologica. Un percorso costruito attraverso tre business unit, pensate per supportare al meglio le aziende, condividendo professionalità ed esperienza.
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Le tre unità operative lavorano su binari paralleli, intrecciandosi lungo le roadmap X.0 disegnate per ciascuna industria:
Polaris (sito web) è quella principale, porta innovazione tecnologica e organizzativa nelle imprese, seguendo il paradigma X.0;
Ageria sviluppa soluzioni smart per l’agricoltura di precisione;
Deepclever è l’istituto di ricerca del gruppo, dedicato allo sviluppo di nuove tecnologiche, tecniche IA e prodotti innovativi.
«Avere all’interno un Istituto di Ricerca & Sviluppo è un chiaro segnale del nostro impegno quotidiano nello studio delle migliori soluzioni tecnologiche da applicare al business», sottolinea Paolo Attanasio, Ceo di Polaris. Il punto di partenza è sempre l’analisi dei dati e dei processi aziendali, per fornire risposte a necessità e problemi concreti.
«L’attività di Deepclever è articolata in tre fasi – spiega Attanasio –. La prima è l’analisi dei dati che raccogliamo dalla filiera e che elaboriamo con tecnologie avanzate. Una volta raccolte e analizzate, tutte le informazioni vengono sottoposte a una riorganizzazione intelligente attraverso tecniche IA e un SaaS (Software as a Service) proprietario di Deepclever.
A questo punto siamo pronti per l’ottimizzazione vera e propria dei flussi di gestione dell’azienda, che confluiscono in uno scheduler semplice, chiaro e intuitivo». Tra i temi investigati da Polaris c’è il metaverso, che qualche anno fa ha vissuto momenti di grande hype, per poi essere soppiantato nell’attenzione mediatica dall’intelligenza artificiale.
Raccontato in maniera confusa, come spesso accade per le innovazioni tecnologiche, il momento che segue la fase del grande entusiasmo è quello perfetto per investigare il potenziale reale della tecnologia. Definibile come un universo digitale condiviso, interconnesso e immersivo, che esiste parallelamente al mondo fisico, il Metaverso è costituito da una serie di spazi virtuali in cui le persone possono interagire tra loro e con l’ambiente digitale attraverso avatar.
Questi spazi sono accessibili tramite Internet e possono diventare esperienze di realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR) o una combinazione di entrambi. Polaris ha individuato due canali principali di applicazione del metaverso: mondo del lavoro e socializzazione.
«Come deep tech company abbiamo deciso di investire in un nostro spazio immersivo sulla piattaforma Spatial, dove sorge il nostro headquarter virtuale – racconta Attanasio –.
Per noi il potenziale di questo luogo immersivo è altissimo: è uno spazio in grado di creare un concreto valore aggiunto in ogni attività, rendendola più tangibile. Attraverso il proprio avatar, infatti, l’incontro virtuale con altri utenti è estremamente più impattante rispetto a un tradizionale scambio via mail, chat o altro. Nel nostro headquarter, ad esempio, è possibile vedere chi sono i membri del Board, che “ci mette la faccia o, per meglio dire, l’avatar”».
Una vetrina immersiva, insomma, in cui è possibile incontrarsi, scambiarsi informazioni, fare formazione.
Ne è un esempio il primo Career Day organizzato da Polaris nel proprio Headquarter Web3: «Nell’occasione, tutti gli aspiranti candidati e i curiosi hanno potuto conoscere Polaris e le posizioni aperte direttamente dalle parole dei nostri HR e brand ambassador».
Ultima, ma non meno importante, la sfida della transizione energetica nell’Industria X.0, che prevede il passaggio da un sistema energetico basato su fonti di energia non rinnovabili, a uno che privilegia l’utilizzo di energie rinnovabili.
Si tratta di un processo complesso, che Polaris affronta attraverso tre step principali: le tecnologie intelligenti, quali IA, robotica e IoT, che aiutano a ottimizzare l’uso dell’energia e a ridurre gli sprechi; la sostenibilità integrata, che prevede l’inserimento della sostenibilità tra i principi guida nell’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi; e infine, la digitalizzazione per l’energia green.
Senza dimenticare l’impatto ambientale del digitale e di tecnologie con l’intelligenza artificiale, al contempo possibile soluzione per la sostenibilità energetica e sfida da affrontare.
«Tutto parte dalla consapevolezza: le attività legate all’utilizzo di intelligenza artificiale hanno sicuramente un impatto ambientale che deve essere studiato, monitorato e ottimizzato – spiega Paolo Attanasio –. Il principale rischio legato all’utilizzo di IA riguarda i data center, che consumano grandi quantità di energia anche da fonti non rinnovabili.
Questa è una faccia della medaglia che non va assolutamente trascurata, ma che è stata ampiamente riconosciuta e l’intero sistema si sta muovendo verso l’adozione di energie rinnovabili ad ampio raggio.
L’altra faccia della medaglia porta con sé un bilanciamento in positivo: l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale come quelle proposte da Polaris Engineering, infatti, porta a un complessivo miglioramento dell’efficienza energetica dell’impresa Questo è possibile grazie alla nostra ricerca continua di hardware e software sempre più efficienti e su misura, progettati per ridurre l’impronta energetica dei sistemi di IA».
Questi stessi sistemi possono essere utilizzati per ottimizzare i processi interni delle aziende, che possono, ad esempio, impiegarli per migliorare l’efficienza della rete elettrica, ottimizzare le rotte di trasporto per ridurre il consumo di carburante o per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Inoltre, l’IA può aiutare a modellare e prevedere i cambiamenti climatici oppure ottimizzare l’uso dell’acqua in agricoltura. In ambito manifatturiero, le soluzioni IA si addestrano sui dati storici e i dati di produzione per individuare pattern nei processi e ottimizzare l’intero asset aziendale anche in chiave energetica, riducendo gli sprechi di materiali, migliorando i processi di approvvigionamento e molto altro ancora.
«Trovare un equilibrio tra i benefici dell’IA e il suo impatto ambientale – conclude Attanasio – richiede un approccio olistico che coinvolga innovazioni tecnologiche, pratiche operative sostenibili e una forte volontà corporativa di investire nelle giuste soluzioni che portino a una transizione tecnologica ed energetica in chiave ambientale».