L’aeroporto di Trapani Birgi ottiene un massimo storico per traffico passeggeri. Per la prima volta approvato bilancio in positivo
Il 2023 è stato un ottimo anno per l’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi. Lo dicono i dati sul traffico di passeggeri – 1.332.368 in tutto il periodo indicato – ma anche il bilancio di esercizio approvato pochi giorni fa, che segna per la prima volta nella sua storia un risultato economico d’esercizio positivo.
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Nel dettaglio, il bilancio 2023 riporta un valore della produzione netto di oltre 10 milioni di euro (+51 per cento sul 2022); un Ebitda di 1,6 milioni di euro +249 per cento sul 2022; un utile d’esercizio di 505mila euro +122 per cento sul 2022. La posizione finanziaria netta è di 3,2 milioni di euro.
I ricavi complessivi sono aumentati di oltre il 50 per cento con una costante razionalizzazione degli aggregati di costo, a cui si aggiungono i risultati positivi registrati dalla partecipata Tafs.
«I risultati di questo bilancio – ha sottolineato il presidente della società Airgest di gestione dell’aeroporto, Salvatore Ombra – sono un traguardo che ci dà grande soddisfazione e ci gratifica per l’enorme lavoro svolto, e che costituisce, così come programmato nel nostro piano industriale, una tappa fondamentale del nostro percorso di risanamento che passa dall’equilibrio economico per arrivare, speriamo a breve, ad una importante quanto indispensabile riqualificazione infrastrutturale».
All’Assemblea dei soci Airgest, il presidente ha inoltre rappresentato le risultanze di uno studio sull’impatto economico dell’attività aeroportuale nel territorio, traducibile in oltre € 300 milioni annui di valore aggiunto.
I dati sul traffico passeggeri
Tornando al traffico passeggeri di 1.332.368 nel 2023, si tratta di un nuovo massimo storico: era dal 2017, infatti, che Trapani non superava il milione di passeggeri. Il confronto con l’anno precedente registra un +49 per cento.
Rispetto al 2021 le percentuali di crescita sono davvero rilevanti e si attestano al +211 per cento e addirittura +224 per cento rispetto al 2019. Ricordiamo che questi ultimi anni sono quelli della pandemia.
L’83 per cento del traffico totale si è registrato durante la stagione estiva, con ben 1.109.941 passeggeri tra aprile e ottobre. Il 30 per cento del traffico è stato di tipo internazionale.
Da record anche il numero di rotte operate nello scalo, che non era così rilevante dal 2017. Ben sedici quelle internazionali: Charleroi, Bordeaux, Billund, Bratislava, Dusseldorf, Karlsue Baden- Baden, Francoforte, Malta, Manchester, Modlin, Porto, Riga, Siviglia, Stansted, Tolosa e Katowice.
Di queste la Summer 2024 non ritroverà i voli per Francoforte e Modlin. Sono state undici, invece, quelle nazionali, del 2023 sono state Bergamo, Bologna, Milano Malpensa, Napoli, Pescara, Pisa, Roma, Torino, Venezia (Treviso), Forlì e Pantelleria.
Il picco passeggeri del 2023 si è registrato tra luglio e agosto in coincidenza con la chiusura del terminal di Catania. Il coefficiente di riempimento medio annuo è stato dell’82per cento. Il traffico commerciale del 2023 ha movimentato 1.325.631 passeggeri.
Il 30 per cento di questo è stato di tipo internazionale e si è concretizzato quasi esclusivamente nella stagione estiva, che va da aprile ad ottobre, in aumento del 58per cento rispetto alla stagione precedente 2022 e del 605 per cento rispetto al 2021. Malta è l’unico scalo internazionale che ha una frequenza voli annuale al Vincenzo Florio.
«Intendiamo continuare a garantire che il Vincenzo Florio sia un aeroporto fondamentale nello sviluppo del traffico in Sicilia – commenta Ombra guardando al futuro dello scalo aeroportuale – uno dei suoi sei preziosi cancelli di ingresso.
Birgi, del resto, ha dimostrato, in occasione della temporanea chiusura di Catania la scorsa estate, di essere un elemento fondamentale per l’arrivo dei turisti e dei viaggiatori nella nostra regione. Questo è ciò che vogliamo mantenere».
«Per promuovere ulteriormente lo scalo – conclude – aspettiamo e speriamo sempre che si possa cominciare a parlare di sistemi o reti aeroportuali, soprattutto, per i quattro piccoli scali siciliani quali Trapani, Comiso, Pantelleria e Lampedusa e, perché no, anche di un sistema più ampio che coinvolga i sei scali regionali».
«È chiaro che, dal momento in cui l’Isola riuscirà finalmente ad avere l’auspicato e tanto declamato implemento delle sue infrastrutture, intendendo con ciò ferrovie e strade che uniscano le maggiori province in modo veloce e agevole, allora sì che lo sviluppo della mobilità e del turismo avrà uno scatto importante.
Significherebbe favorire davvero la crescita economica della Sicilia attraverso i suoi aeroporti. E, anche in questo caso, l’emergenza di Fontanarossa del 2023, ne ha dato un’importante prova.
I passeggeri dei voli in arrivo a Catania, a fronte di alcune decine di minuti di distanza in volo, si sono ritrovati a Trapani, costretti a percorrere ore e ore di distanza per raggiungere la loro destinazione di partenza, con grandi disagi e una cattiva pubblicità per tutto il sistema dei trasporti siciliano.
Questo è il nostro principale limite, insieme probabilmente ad una offerta territoriale che andrebbe organizzata e promossa meglio, perché lo scalo e le nostre destinazioni dal punto di vista turistico, paesaggistico, enogastronomico, culturale e non solo, sono già ben apprezzate in Italia e nel mondo.
Mi sento di guardare al futuro in modo positivo e accolgo con fiducia i segnali che arrivano dal governo regionale e nazionale di investire anche in questo settore».

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