Formazione e innovazione, parola a Fabio Masini

Parola a Fabio Masini professore ordinario di Storia del pensiero economico a Roma Tre, coordinatore di numerosi progetti di sviluppo locale e direttore editoriale di Euractiv Italia

Viviamo in un contesto globale che ha spazzato via i delicati equilibri e l’apparente stabilità dei decenni precedenti. Nella nuova, accesa competizione internazionale, l’Europa appare come il sistema più fragile, in assenza di risorse primarie strategiche. Il modello di crescita fondato sulla decentralizzazione della sicurezza agli USA, dell’energia alla Russia e di un ampio mercato per import a basso costo ed export ad alto valore aggiunto alla Cina non è più sostenibile e va ripensato profondamente.


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Dobbiamo interrogarci su quali risorse ci consentono ancora di difendere il modello di civiltà, valori e stato sociale europeo, coinvolgendo sia il settore pubblico sia quello privato in uno sforzo straordinario di investimenti strategici per recuperare il ritardo accumulato e ricollocarci come attore globale sulla scena produttiva internazionale.

Un compito che nessuno Stato nazionale europeo può perseguire da solo.

In uno sforzo che non può essere solo di adattamento, di mitigazione degli effetti negativi che le transizioni energetica, digitale, climatica ci impongono. Ma deve mirare a costituire avanguardia.

Da dove iniziare? Dalle città, dalle comunità locali. Da quei sistemi di prossimità nei quali si confrontano bisogni individuali e collettivi, in cui si svolge la massima parte della nostra esistenza, dove la qualità delle infrastrutture culturali, sociali, economiche è decisiva per accrescere la produttività e la qualità della vita.

È al livello dei sistemi locali che l’innovazione, se opportunamente valorizzata, meglio contamina il tessuto produttivo, trasformandola in un asset di valenza globale. Innovazione non solo di prodotto o di servizio; ma anche di processo, di mercato, di organizzazione.

Innovazione che certo si abbevera della tradizione culturale millenaria di creatività e inventiva che caratterizzano Firenze, la Toscana, l’Italia e l’Europa intera.

Senza attardarsi alla celebrazione e autorappresentazione di fasti antichi, che rischiano di trasformare il patrimonio storico in uno strumento di marketing al servizio della rendita immobiliare, ma in uno sforzo consapevole econdiviso di crescita del capitale umano e dell’ambiente sociale e produttivo in cui opera.

La smaterializzazione dei processi produttivi, dell’organizzazione del lavoro, dei mercati stessi richiedono nuove competenze, specialistiche e trasversali, ma soprattutto visione e capacità critica. Che a loro volta necessitano di nuove modalità di formazione, condivisione e valorizzazione del capitale umano.

In un processo che richiede il coinvolgimento partecipe, anche in fase di progettazione, di tutti gli stakeholder rilevanti: istituzioni, imprese, società civile, cittadini. Occorre ripesare in profondità il rapporto tra la filiera della formazione, soprattutto a livello superiore e universitario, il mondo della produzione, i luoghi di espressione della socialità e della vita associativa.

Non alla ricerca di un’improbabile coincidenza fra competenze individuali e fabbisogni formativi, ma per l’educazione alla complessità, che è il tratto caratterizzante del mondo di oggi. I giovani non devono solo saper fare, ma sono chiamati soprattutto a saper apprendere e saper interpretare i contesti in cui si trovano a operare. Solo così potranno svolgere una funzione individualmente appagante e capace di elevare le comunità in cui operano a difendersi con dignità nella competizione globale.

È tempo che tutti gli attori rilevanti riconoscano come strategico questo investimento, mettendo al suo servizio risorse umane e finanziarie. Solo così Firenze, la Toscana, l’Italia e l’Europa potranno difendere i loro principi e valori fondati. Per creare non solo formazione, ma trasformarla in occupazione e in quella capacità innovativa che è necessaria per difenderla nella competitività sempre più serrata a livello internazionale.

Bio: Fabio Masini è professore ordinario di Storia del pensiero economico e Jean Monnet Chair di European Ecomomic Governance a Roma Tre, dove insegna anche Storia e teorie delle relazioni economiche internazionali e Progettazione europea. Ha coordinato e coordina numerosi progetti di sviluppo locale con vari attori territoriali. È direttore editoriale del portale d’informazione Euractiv Italia.

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