IBM: competenze, fattore cruciale

La transizione digitale richiede un capitale umano capace di guidarla. IBM è impegnata a fornire corsi gratuiti e tecnologia per aumentare competitività, produttività ed efficienza

Una delle principali sfide che presenta la transizione digitale guidata dall’intelligenza artificiale riguarda il tema delle competenze. Il capitale umano è chiamato a elevare il baricentro delle attitudini professionali con un cambiamento che riguarda le hard skills ma anche le soft. Alla base di una trasformazione che punti a cogliere i benefici e a minimizzare l’impatto sociale, infatti, c’è un tema culturale.


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Non basta avere consapevolezza di cosa può fare la tecnologia per aumentare produttività ed efficienza, serve anche interrogarsi approfonditamente sui modelli organizzativi. Tutto ciò è evidenziato anche da un nuovo studio dell’IBM Institute for Business Value, condotto su mille dirigenti in 20 Paesi. La survey mette in evidenza che tra i principali attori chiamati a guidare questa trasformazione ci sono i responsabili delle risorse umane.

Il loro ruolo è quello di orchestrare programmi di upskilling e reskilling in modo che tutti i comparti aziendali procedano con lo stesso passo, raggiungendo lo stesso livello di maturità tecnologica e professionale. Tenendo anche conto delle necessarie differenze tra ruoli tecnici e non.

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IULM at IBM Segrate

Certamente l’IA, in particolare quella generativa, è destinata a mettere a dura prova la rilevanza di alcuni ruoli operativi. In particolare, quelli più ripetitivi e a scarso valore umano aggiunto. L’obiettivo, quindi, è quello di farci aiutare dalla tecnologia nelle attività più routinarie per destinare le risorse umane ad attività più gratificanti, significative e meglio retribuite.

Cito un esempio virtuoso. Hrcoffee, Business Partner IBM, ha sviluppato per Barilla Hrcoffee People Analytics Platform, una soluzione dotata di IA nata per migliorare l’esperienza professionale dei lavoratori dipendenti, che integra la Application Programming Interface di IBM watsonx, e permette di sostenere l’analisi dei gap formativi, la valutazione delle performance, l’engagement e lo sviluppo delle competenze e dei talenti.

Si tratta di un vero e proprio acceleratore all’interno dei processi di People Analytics di cui le aziende italiane hanno bisogno per valorizzare meglio le proprie risorse umane. In questo caso, https:// it.newsroom.ibm.com/barilla, l’IA generativa viene utilizzata proprio per elevare il baricentro delle competenze del capitale umano. Mettendo al centro le persone e non la tecnologia che si fa semplice strumento per raggiungere un obiettivo rilevante per la competitività aziendale.

Come membri di una comunità globale, IBM riconosce la necessità di guidare un cambiamento sistemico che prepari le persone per i lavori del futuro. Ecco perché ci impegniamo a fornire formazione professionale,

opportunità di apprendimento e crescita professionale. Oltre, ovviamente, a tecnologie efficaci ed etiche come watsonx. I percorsi educativi sono fondamentali per aprire opportunità per tutti, indipendentemente dall’età o dal livello di istruzione. IBM si è impegnata a investire 250 milioni di dollari entro il 2025 in tutto il mondo in programmi di apprendistato e nuovi impieghi. Abbiamo avuto oltre 7 milioni di studenti iscritti a corsi IBM gratuiti, con l’obiettivo di raggiungere e formare 30 milioni di persone entro il 2030.

Per raggiungere questo obiettivo, abbiamo annunciato più di 250 partnership in tutto il mondo negli ultimi due anni. Nello specifico, per aiutare a colmare le lacune di competenze nell’ambito dell’IA, IBM si è impegnata a formare due milioni di studenti entro la fine del 2026 con particolare attenzione a coloro che appartengono alle comunità svantaggiate.

Per raggiungere questo obiettivo, IBM ha rafforzato le collaborazioni con le università per mettere a disposizione di studenti e adulti nuove opportunità di apprendimento tramite IBM SkillsBuild. Infatti, anche i docenti hanno accesso alla formazione, e potranno ricevere materiali da utilizzare in classe, inclusa l’opportunità di effettuare percorsi autonomi di apprendimento dell’IA.

Tutti otterranno una certificazione al completamento dell’attività. SkillsBuild in Italia ha già raggiunto oltre 200mila tra studenti, docenti e lavoratori. Oltre la metà sono donne: il tema della diversità e dell’inclusione è essenziale se vogliamo che questa transizione digitale si completi per il bene di tutti e non solo per pochi.

Maurizio Decollanz

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