Opportunità per le Pmi in Borsa

Regolamenti, incentivi, domanda per agevolare l’ingresso delle Pmi in Borsa. Ne parliamo con Luca Tavano di Borsa Italiana

In un contesto ancora pieno di incertezze (caratterizzato a livello internazionale da guerre e dalla lunga campagna elettorale che ha portato all’elezione del nuovo presidente degli Usa), il mercato italiano delle small caps (aziende a bassa capitalizzazione) si è comunque dimostrato dinamico e la Borsa ha accolto dal 2020 a oggi quasi 150 Ipo (diffusione dei titoli tra il pubblico, requisito necessario per ottenere la quotazione su un mercato regolamentato), delle quali 18 solo nel corso dei primi 10 mesi del 2024.


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In particolare, in Piemonte ci sono una ventina di società quotate, la maggioranza delle quali sono Pmi. Si potrebbe fare di più? Certo, e Luca Tavano, Head Mid & Small Caps – Equity Primary Markets di Borsa Italiana (Euronext Group), traccia un percorso “ideale” che prevede regolamenti, incentivi e sostegno alla domanda.

«Il mercato destinato alle Pmi italiane, l’Euronext Growth Milan – spiega Tavano – è caratterizzato da un approccio calibrato sulle esigenze delle piccole e medie aziende e ha dei requisiti di accesso semplificati rispetto al mercato regolamentato. Negli ultimi anni è stato proprio questo il mercato più dinamico, nonostante un 2023 difficile non solo per le Pmi, ma anche più in generale per il mercato primario europeo delle quotazioni».

ITALIA ECONOMY - Opportunità per le Pmi in BorsaE questo per diverse motivazioni, tra le quali Tavano indica i tassi piuttosto elevati e le prese di beneficio su Pir [Piani individuali di risparmio, lanciati tra il 2017 e il 2018, ndr]. «L’auspicio – dice ancora Tavano – è che il prossimo anno, con la discesa dei tassi, ci possa essere un ritorno di interesse verso le quotazioni.

Certo, i contesti macroeconomici influenzano il profilo di rischio dell’azionario, con la conseguenza di essere portati verso titoli a maggior capitalizzazione, che hanno maggiore liquidità e quindi un profilo di rischio inferiore».

E se la quotazione in Borsa è normalmente vista come un’opzione strategica di lungo periodo, questo può portare una Pmi a scegliere una finestra diversa per la quotazione, più idonea in base alle proprie esigenze.

«Un imprenditore, infatti – dice Tavano – tiene conto del contesto in cui si quota, può decidere di farlo quando il contesto di mercato è più liquido, i prezzi sono più alti ed è più semplice raccogliere le risorse finanziarie di cui si ha bisogno. Inizialmente, la Borsa era vista come uno strumento destinato solo alle grandi aziende.

Nel 2009, Borsa Italiana ha però lanciato uno specifico mercato riservato alle Pmi, per aiutarle a crescere. Da allora il numero delle Ipo è cresciuto e anche in momenti di più alta volatilità le Pmi hanno dimostrato il loro interesse verso una quotazione».

Ma più in generale, chiediamo, perché una Pmi dovrebbe essere attratta da una quotazione in Borsa? Quali sono i vantaggi e quali invece i rischi?

«Il principale vantaggio – risponde Tavano – è che la Borsa è vista come uno strumento per raccogliere le risorse necessarie ad accelerare i propri piani di sviluppo. E questo vale ancora di più per le Pmi, che trovano la loro naturale collocazione in un mercato di crescita: per queste aziende non vale tanto la dimensione, quanto la presenza di un piano di sviluppo.

Oltre a questo, una quotazione aumenta la visibilità e la credibilità, facilita l’attrazione di talenti e la capacità di mantenerli all’interno della struttura aziendale, rende liquido l’investimento. Inoltre, è importante che ci sia un progetto di creazione del valore, con cui condividere un percorso di crescita con altri soggetti che investono e si aspettano di avere un ritorno; poi si deve assicurare la trasparenza (anche attraverso un’adeguata comunicazione) nei confronti del mercato».

Certo, il ruolo del pubblico resta fondamentale. «C’è stata una consapevolezza anche a livello europeo – spiega Tavano – circa l’opportunità di aiutare le imprese ad accedere ai mercati dei capitali e, quindi, a nuove forme di finanziamento.

Recentemente è stato per esempio approvato il Listing Act, con cui si facilita l’accesso dell’azienda sul mercato. A livello italiano ci sono state delle semplificazioni regolamentari da parte di Borsa Italiana, è stata approvata la legge capitali a inizio anno, ora è in corso la riforma del Tuf [Testo unico della finanza, ndr], ci sono incentivi alla quotazione (come il credito d’imposta che copre il 50 per cento dei costi fino a un massimo di mezzo milione di euro).

Infine, le azioni sul lato della domanda, come il lancio del Fondo dei fondi che dovrà sostenere la liquidità delle Pmi».

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David Meccoli

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