Automazione, personalizzazione e trasparenza: il futuro della PA passa attraverso l’IA, ma servono strategia, formazione e infrastrutture adeguate
L’Intelligenza Artificiale (IA) è ormai uno dei principali motori della trasformazione digitale nella Pubblica Amministrazione italiana. I recenti programmi di finanziamento e le iniziative pubbliche mostrano chiaramente come questa tecnologia rappresenti un elemento strategico per modernizzare i servizi pubblici, renderli più efficienti e personalizzati, e rispondere meglio alle esigenze dei cittadini.
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Dall’automazione alla previsione: applicazioni concrete dell’IA nella PA
Le potenzialità dell’IA nella Pubblica Amministrazione sono numerose. L’automazione di compiti ripetitivi consente di ridurre i tempi di elaborazione delle pratiche e migliorare la qualità del lavoro. L’analisi predittiva dei dati può supportare decisioni più accurate in settori chiave come l’immigrazione, l’assistenza sociale, la gestione dei fondi e le politiche infrastrutturali.
Un esempio è il percorso intrapreso dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, impegnato nella digitalizzazione completa dei propri processi, con l’obiettivo di creare un Sistema Unico di Asilo (SUA) entro il 2025. Tuttavia, su circa 130 progetti avviati nel 2024, solo 52 risultano pienamente operativi, segno di quanto il cammino sia ancora complesso e irto di ostacoli.
I casi d’uso più promettenti
Tra le applicazioni più rilevanti vi è l’elaborazione intelligente dei documenti, che permette di fornire raccomandazioni operative all’operatore umano, riducendo gli errori e velocizzando i procedimenti. Altrettanto strategico è l’utilizzo dell’IA nel rilevamento delle frodi, ad esempio in ambito previdenziale, o nella valutazione strutturale delle infrastrutture come ponti e viadotti.
Anche la sicurezza urbana può beneficiare dell’Intelligenza Artificiale, grazie a sistemi di videosorveglianza avanzati in grado di individuare comportamenti anomali. Inoltre, è possibile personalizzare i servizi sulla base dei dati demografici e comportamentali, suggerendo automaticamente documenti necessari o benefici disponibili per ciascun cittadino.
Implementazione: il ruolo della strategia e della formazione
Il successo di un progetto di IA nella Pubblica Amministrazione non può prescindere da una pianificazione attenta e dalla definizione di obiettivi chiari. Spesso, l’entusiasmo per la tecnologia porta a sottovalutare la necessità di una strategia solida e condivisa. Fondamentale è il coinvolgimento di team interdisciplinari, capaci di affrontare sia gli aspetti tecnici sia quelli normativi e organizzativi.
Alcune amministrazioni hanno già adottato un approccio centrato sulle persone, affiancando alla transizione tecnologica percorsi formativi per il personale interno e i fornitori, e introducendo metodologie Agile e DevOps per superare l’organizzazione a silos. Altri enti, invece, stanno investendo nella creazione di piattaforme interne per lo sviluppo, in modo da aumentare l’autonomia dei team e standardizzare le operazioni.
Grandi modelli o soluzioni specializzate?
Uno dei dilemmi principali riguarda la scelta del modello da adottare: meglio puntare su grandi modelli linguistici generalisti (LLM), o preferire soluzioni più leggere e verticali? I primi offrono grandi capacità di interazione in linguaggio naturale, ma sono complessi da gestire e difficilmente adatti ai compiti specifici della PA. La soluzione più efficace sembra essere un approccio ibrido, che combini modelli specializzati su singoli ambiti.
Va poi considerato l’aspetto cruciale della protezione dei dati: le informazioni utilizzate per un certo servizio non possono essere impiegate per altri scopi senza un fondato interesse legittimo. Inoltre, la tracciabilità delle decisioni prese dall’IA è essenziale, soprattutto in settori come il catasto, dove è necessario poter giustificare le scelte anche a distanza di anni.
Trasparenza e accessibilità: il valore dell’open source
Perché l’IA sia realmente al servizio del pubblico, è necessario garantire la massima trasparenza e accessibilità. In questo senso, le tecnologie open source giocano un ruolo fondamentale. Offrono la possibilità di controllare direttamente i dati e gli algoritmi utilizzati, favorendo lo scambio di buone pratiche e l’adozione di soluzioni conformi ai principi di legalità, equità e responsabilità.
L’open source facilita inoltre la partecipazione di esperti da diversi settori, che possono contribuire all’addestramento e al perfezionamento dei modelli. In questo modo si pongono le basi per un ecosistema di Intelligenza Artificiale gestito direttamente dalle amministrazioni pubbliche, senza dipendenze esterne critiche.
Verso una PA più moderna, inclusiva e intelligente
L’Intelligenza Artificiale non è più una promessa, ma uno strumento concreto per costruire una Pubblica Amministrazione più efficiente, responsiva e trasparente. Tuttavia, per sfruttarne appieno le potenzialità è necessario tradurre le idee in azioni, investendo in strategia, formazione e infrastrutture.
Adottare un approccio “platform product” – che accelera lo sviluppo dei progetti, ne standardizza l’architettura e semplifica l’ingresso di nuovi sviluppatori – può fare la differenza. Solo così sarà possibile trasformare l’innovazione tecnologica in un reale vantaggio per cittadini, imprese e territori.