Il Veneto unisce sviluppo economico e sostenibilità attraverso innovazioni nei settori agroalimentare, manifatturiero, energia e territorio, come sostiene Serena Granziera, del GGI Confindustria Veneto Est
Lo sviluppo economico può andare di pari passo con la responsabilità ambientale. Lo dimostrano i settori chiave su cui il Veneto sta costruendo un futuro innovativo e sostenibile – agroalimentare, manifatturiero, gestione del territorio, energia – e lo sostiene Serena Granziera, componente del consiglio direttivo del Gruppo Giovani Confindustria Veneto Est, delegata innovazione e sostenibilità, componente del Gruppo Tecnico Ambiente, Sostenibilità e Transizione di Confindustria e founder di Bloom Srl Società Benefit.
There is no ads to display, Please add some
Serena Granziera, quali sono le principali sfide che le giovani imprese venete devono affrontare per restare competitive sui fronti dell’innovazione e della sostenibilità?
«Le giovani imprese venete si trovano di fronte a diverse sfide cruciali per restare competitive, soprattutto nei campi dell’innovazione e della sostenibilità.
Trovare risorse finanziarie per investire in nuove tecnologie e soluzioni green è spesso complicato, e la digitalizzazione è un traguardo imprescindibile ma non sempre facilmente raggiungibile. Inoltre, adattarsi alle sempre più stringenti normative ambientali richiede un cambiamento che va oltre la semplice strategia: serve una visione sia a breve che a lungo termine.
Anche la formazione continua del personale diventa essenziale per rimanere al passo con l’evoluzione del mercato. Inoltre, è urgente affrontare la necessità di creare reti di collaborazione e partnership che superino i confini regionali e nazionali, aprendosi a mercati più ampi e orientati alla sostenibilità. Solo così le imprese possono costruire un futuro solido, in cui innovazione e responsabilità sociale camminano di pari passo».
In quali settori ritiene che il Veneto stia facendo progressi significativi in termini di sostenibilità ambientale?
«Il Veneto sta facendo progressi significativi in diversi settori per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, dimostrando una forte volontà di integrare pratiche responsabili in ambito economico e sociale.
Uno dei settori di punta è l’agroalimentare, dove l’adozione di tecniche agricole più sostenibili e la riduzione dell’impatto ambientale nella produzione e distribuzione sono diventati una priorità.
Le aziende agricole stanno sempre più investendo in tecnologie verdi e metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente, riducendo sprechi e utilizzando risorse rinnovabili. Anche il settore manifatturiero sta adottando un approccio più green, orientato verso l’economia circolare.
Le imprese venete stanno implementando modelli di business che favoriscono il riciclo dei materiali, la riduzione dei rifiuti e l’efficienza energetica. Iniziative come il Veneto Green Cluster stanno contribuendo a sostenere queste imprese, offrendo opportunità di finanziamento e favorendo la collaborazione tra il mondo industriale e accademico.
Questo tipo di sinergie sta permettendo una transizione graduale ma decisa verso un’economia più sostenibile e resiliente. Per quanto riguarda la gestione del territorio, la Regione Veneto sta rivedendo e aggiornando le sue politiche territoriali per promuovere l’uso sostenibile del suolo e la tutela del paesaggio.
Attraverso una pianificazione attenta e regolamentata, si mira a ridurre il consumo di suolo, proteggendo le risorse naturali e culturali del territorio. Un altro settore in trasformazione è quello dell’energia, dove il focus è posto sulla decarbonizzazione e sull’aumento dell’uso di energie rinnovabili.
La Regione sostiene attivamente questi progetti attraverso il Patto dei Sindaci, che coinvolge le comunità locali in politiche energetiche sostenibili. Questo impegno rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di un sistema energetico più pulito e indipendente.
Questi settori chiave – agroalimentare, manifatturiero, gestione del territorio ed energia – sono i pilastri su cui il Veneto sta costruendo un futuro innovativo e sostenibile, dimostrando che lo sviluppo economico può andare di pari passo con la responsabilità ambientale».

Quali sono le principali difficoltà che le imprese incontrano nell’integrare pratiche sostenibili nei loro modelli di business?
«Spesso, il primo ostacolo è di natura economica: adottare soluzioni più ecologiche richiede investimenti significativi. Pensi, ad esempio, ai costi per introdurre nuovi macchinari o processi più efficienti dal punto di vista energetico. Non tutte le imprese, soprattutto quelle più piccole, possono permettersi questi cambiamenti immediatamente.
A questo si aggiunge la difficoltà legata alle tecnologie e alle infrastrutture. Non è sempre semplice sostituire le vecchie abitudini produttive con processi più sostenibili. Per molte aziende, significa rivedere interamente il modo in cui operano, un impegno che richiede tempo e competenze.
E qui nasce un’altra sfida: la resistenza al cambiamento. Introduzione di nuove competenze, formazione del personale, cambiamento culturale all’interno dell’azienda sono tutti passaggi necessari, ma che incontrano spesso resistenze, sia tra i dipendenti che tra i dirigenti. Il cambiamento non
avviene da un giorno all’altro, soprattutto quando viene percepito come una minaccia ai guadagni a breve termine. Anche il contesto normativo rappresenta un campo minato per molte imprese. Le leggi in materia di sostenibilità sono in costante evoluzione e stare al passo con i requisiti ambientali richiede un impegno costante.
L’adeguamento a queste norme può essere oneroso e complicato, specialmente per chi non dispone di un dipartimento specifico che si occupi della conformità normativa. Inoltre, le imprese che vogliono adottare pratiche sostenibili devono spesso affrontare una grande sfida nel quantificare i benefici economici. I vantaggi della sostenibilità, come il risparmio energetico o la riduzione delle emissioni, si manifestano nel lungo periodo.
Tuttavia, le aziende sono spesso spinte a dimostrare risultati nel breve termine, il che rende difficile giustificare l’investimento iniziale. E poi c’è la concorrenza. In un mercato sempre più competitivo, le aziende sentono la pressione di mantenere bassi i costi per non perdere quote di mercato. Questa dinamica può scoraggiare l’adozione di pratiche sostenibili, che, almeno in un primo momento, potrebbero apparire come un aumento dei costi operativi.
Nonostante queste difficoltà, tantissime imprese continuano a lottare per integrare la sostenibilità nei loro modelli di business. È un percorso che richiede coraggio, visione e un impegno concreto a cambiare il modo in cui facciamo affari, per costruire un futuro in cui la crescita economica, valorizzare le persone e la comunità e la tutela dell’ambiente possano andare di pari passo».

Cosa può fare Confindustria Veneto Est per supportare ulteriormente le aziende nel loro percorso verso l’innovazione sostenibile?
«Confindustria Veneto Est offre un supporto strategico e mirato alle imprese che vogliono intraprendere il percorso verso l’innovazione sostenibile, fornendo numerosi vantaggi.
In primo luogo, intensifica la formazione e consulenza attraverso percorsi dedicati, come l’Academy della Sostenibilità, per aiutare le aziende a adottare pratiche green in modo efficace. Facilita, inoltre, l’accesso a finanziamenti nazionali ed europei, essenziali per progetti di economia circolare, efficienza energetica e decarbonizzazione, accelerando la transizione verso modelli sostenibili.
Confindustria promuove una rete di collaborazione tra imprese, università e istituzioni, incentivando l’innovazione condivisa e lo scambio di buone pratiche.
Eventi come la Settimana della Sostenibilità rafforzano questo dialogo, coinvolgendo imprenditori, scuole e centri di ricerca in un confronto continuo su tematiche ESG. Attraverso queste iniziative, il Gruppo Sostenibilità di Confindustria supporta l’integrazione degli aspetti ambientali, sociali ed economici nei modelli di business, creando un ecosistema favorevole allo sviluppo sostenibile.
Questo approccio olistico, sistematico e collaborativo aiuta le imprese a rimanere competitive e a rispondere alle sfide della sostenibilità, migliorando al contempo l’impatto positivo su ambiente e società. Grazie alla capacità di favorire l’accesso a risorse e strumenti innovativi, Confindustria contribuisce a costruire un futuro più resiliente e sostenibile per l’intero territorio veneto».
Quali sono i progetti futuri del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto Est per promuovere l’innovazione e la sostenibilità?
«Il Gruppo sta pianificando diverse iniziative che mirano a promuovere la sostenibilità e l’innovazione. Tra i progetti in evidenza ci sono programmi di formazione orientati alla transizione digitale e all’integrazione dei principi ESG. I momenti di networking con altri imprenditori, start up
e grandi aziende rappresentano una parte fondamentale della strategia, così come l’impegno nel coinvolgimento attivo con il Gruppo Sostenibilità per sviluppare soluzioni concrete a lungo termine.
Le faccio un esempio concreto, nel 2022 abbiamo presentato alla squadra di presidenza di Confindustria Veneto Est, alle istituzioni, sia provinciale che regionale, alla nostra annuale assemblea e durante i momenti con altre territoriali del sistema associativo, uno studio, o meglio, un progetto molto sentito e desiderato con visione e attuazione pluriennali, il Next Generation Future, mirato a promuovere l’innovazione e la sostenibilità supportando le Pmi del territorio.
Il piano prevede obiettivi concreti che si concentrano su temi come la trasformazione digitale, la sostenibilità ambientale e sociale, e la ricerca di nuovi modelli di innovazione.
Questi workshop includono sessioni specifiche su internazionalizzazione, resilienza finanziaria e la creazione di ecosistemi inclusivi, contribuendo a migliorare la continuità generazionale nelle imprese e accelerando la crescita sostenibile».