Italchimica, leader nella produzione di detergenti, cosmetici e disinfettanti, cresce puntando su innovazione, sostenibilità e responsabilità sociale. Vediamolo insieme a Monica Rigoni, direttore marketing
In Italchimica, società italiana nata nel 1988, tra le principali produttrici italiane di detergenti, cosmetici e disinfettanti per l’ambito professionale e del largo consumo, la sostenibilità è un impegno a tuttotondo che si concretizza in un approccio che guarda non solo all’ambiente, ma anche al sociale e a una corretta governance, con l’obiettivo di creare valore a lungo termine per tutti i suoi stakeholders.
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Italchimica è un’azienda in crescita: nell’ultimo bilancio ha registrato un fatturato di 79,2 milioni di euro, con un incremento del 12,38 per cento, rispetto al 2022. Il 76 per cento del fatturato nel 2023 è stato generato dalla clientela italiana, mentre il restante 24 per cento proviene dai clienti europei ed extra-UE.
Delle ultime innovazioni nelle linee di produzione e nei packaging, dell’impegno sul territorio e della valorizzazione del proprio capitale umano, abbiamo parlato con Monica Rigoni, direttore marketing di Italchimica.
Quali sono le innovazioni più rilevanti che Italchimica ha apportato alle proprie linee di produzione?
«Nell’ambito del packaging dei nostri prodotti, abbiamo effettuato una serie di innovazioni che vengono declinate in maniera diversa a seconda dei brand. Noi abbiamo due business unit, consumer e professional, che si muovono con dinamiche completamente differenti, dove però il punto in comune è il tema della sostenibilità, sia in termini di formulazione, sia di packaging, appunto.
Nello specifico, per il packaging, stiamo puntando molto su alcune linee, tra cui un flacone semirigido in carta, che può somigliare al bricco del latte come struttura – in realtà non ha alluminio nell’intercapedine interna – ma è in grado di contenere prodotti per la cura della casa e della persona.
È dotato di certificazione FSC, che attesta un uso responsabile delle risorse forestali. Per quanto riguarda i prodotti per la cura della persona, abbiamo lanciato la box ricarica Dermomed per la crema di sapone. Questo flacone è stato sviluppato in collaborazione con Comieco e non vanta solo la certificazione FSC, ma anche la ATICELCA, che certifica la riciclabilità.
Di recente, questo packaging è stato declinato anche nel mondo dei prodotti per la cura della casa. È proprio di qualche settimana fa il lancio della linea Horizon, spin off del brand Dual Power, che rientra nella proposta del settore cura casa green, un mercato che nel 2023 ha sviluppato oltre 703 milioni di euro.
Questa linea, oltre alla certificazione FSC, alla certificazione di riciclabilità, affianca un’ulteriore certificazione, la Air Label Score che attesta il basso livello di emissioni di sostanze rilasciate nell’aria, in ambienti chiusi, garantendo la sicurezza dell’aria indoor. Una necessità nata soprattutto post pandemia. Siamo i primi in Italia a utilizzarla.
Parlando del settore professional, il tema sostenibilità è sempre più richiesto anche in Italia, ma dichiamo che all’estero è una necessità nata molto prima.
A tal proposito, il nostro bilancio di sostenibilità (oggi alla sua quinta edizione) è un’ottima chiave di accesso a nuovi potenziali clienti esteri. In questo comparto, abbiamo creato un packaging a base di cartone, quindi riciclabile nella carta: si tratta della gamma e-box. A breve lanceremo il primo prodotto della linea, un sapone liquido Green Power, ad oggi disponibile nella versione Ecolabel.
È doveroso aggiungere che lavoriamo sempre con materie prime di origine vegetale, prodotti dermatologicamente testati contro nichel, cromo e tutte quelle sostanze normalmente escluse dai prodotti Green. Tutto ciò evidenzia come in Italchimica la sostenibilità sia concreta e a tuttotondo».
Italchimica ha anche sottoscritto con il Comune di Padova il Climate City Contract, un programma che mira ad azzerare le emissioni nette di gas serra sul territorio, entro il 2030. Può dirci di più a riguardo?
«Il Climate City Contract è un’importante iniziativa che si inserisce nel più ampio programma dell’Unione Europea, finalizzato ad avere città smart e climaticamente neutre entro il 2030. Noi siamo molto orgogliosi di aver aderito a questo progetto, in quanto molto spesso il tema della sostenibilità si riduce a una mera adesione formale.
In Italchimica, invece, le radici della cultura sostenibile risalgono a ben prima del 2019 e hanno raggiunto una piena realizzazione con il bilancio di sostenibilità. Un bilancio che va a toccare in primis la parte produttiva e poi si estende a livello sociale, con tutta una serie di attività che vanno dalla parità di genere all’inclusione.
Tornando agli obiettivi per il 2030, il nostro focus è sulla riduzione delle emissioni: puntiamo ad arrivare almeno al 50 per cento. Per coinvolgere attivamente tutto il personale in iniziative di sostenibilità e creare una virtuosa competizione, abbiamo creato il Green Change Award.
La modalità di partecipazione, per la prima volta, ha previsto che i nostri dipendenti raccogliessero il maggior numero possibile di questionari compilati dei nostri stakeholder esterni. Siamo arrivati a un numero molto elevato, per noi un grande risultato, considerato che normalmente facciamo fatica a raccogliere feedback.
Questa mole di dati quantitativi ci ha permesso di studiare nel dettaglio il pensiero dei nostri stakeholder.
Sul territorio siamo presenti anche nell’ambito del progetto sviluppato da Confindustria Veneto Est, che ha creato un bellissimo gruppo di lavoro – costituito prevalentemente da R&D e da coloro che si occupano di controllo e gestione dei programmi di sostenibilità – che consente di “matchare” tutte le expertises dei diversi business.
È un progetto molto interessante: nel corso delle riunioni periodiche, che vengono organizzate nelle varie sedi, si sviluppano validi progetti e si condividono best practices».
Mi collego alle sue parole per restare sul tema del capitale umano, uno dei pilastri per il futuro di ogni azienda. Come valorizza Italchimica il proprio personale? E come lo coinvolge nel processo di sviluppo sostenibile?
«Stiamo lavorando su più fronti legati da un obiettivo comune: far sentire ogni persona che lavora in Italchimica parte attiva dell’azienda. Due anni fa, abbiamo cercato di individuare i valori che la società richiede a tutti i lavoratori, per verificare se ci fosse un buon allineamento, a tutti i livelli.
Abbiamo anche identificato quei valori in cui ogni dipendente di Italchimica intende riconoscersi. Lo abbiamo fatto tramite questionari (oltre 200) e a seguire con colloqui di approfondimento one to one. Quindi abbiamo articolato la mission e la vision aziendale.
Tutto questo, per inciso, perché Italchimica sta vivendo una fase di grande cambiamento: da azienda familiare, ha compreso l’importanza di uno sviluppo manageriale, per poter continuare a crescere, ma anche la necessità di mantenere sempre l’impronta della famiglia nei valori di coinvolgimento e nei valori di responsabilizzazione.
Un altro aspetto importante nell’ambito della valorizzazione del capitale umano è la formazione, perché è essenziale avere persone non solo motivate, ma che vedano le proprie competenze in crescita. A tal proposito, abbiamo attivato una serie di corsi di formazione non solo tecnici, ma anche a livello di soft skills».
“Disegnare il futuro” per Italchimica in tre parole.
«La prima parola è ascolto, del mercato, dei clienti, dei trend. La seconda è competenza, una competenza tecnica per capire bene, decifrare e tradurre l’ascolto. La terza è coraggio, un elemento che ha sempre contraddistinto Italchimica, nel cercare di andare oltre il presente. Una caratteristica propria di un’azienda molto familiare, che sa buttare il cuore oltre l’ostacolo».