Il futuro degli asset digitali

Il futuro degli asset digitali: tra regolamentazione e innovazione. Intervento a cura dell’avv. Daniele Ferretti, Esq. (New York), Founder di Ferretti Firm e Chair of the International Bar Association PL&A Committee

L’incremento del mercato degli asset digitali ha portato alla luce importanti questioni legali e regolamentari a livello globale. Con un valore di mercato che ha superato i 2900 miliardi di dollari, gli asset digitali e la tecnologia blockchain rappresentano una delle innovazioni più rivoluzionarie degli ultimi decenni. Ciò nondimeno, l’assenza di una regolamentazione chiara e uniforme ha creato incertezze e rischi per investitori e governi.


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Il quadro normativo di riferimento in ambito europeo

 L’Unione europea ha risposto a queste sfide con il regolamento Markets in Crypto-Assets (MiCA). Questo quadro normativo, che sarà pienamente operativo dal 30 dicembre 2024, mira a creare un sistema giuridico chiaro e armonizzato per i mercati degli asset digitali, garantendo la protezione degli investitori e regolando l’attività per le istituzioni finanziarie e le aziende.

Il regolamento MiCA richiede che tutti i fornitori di servizi di asset digitali ottengano una licenza da un’autorità competente. Ciò include gli exchange di asset digitali, i wallet provider e le piattaforme di trading. Inoltre, gli emittenti di asset digitali devono fornire un white paper dettagliato che descriva le caratteristiche del token e i rischi associati, simile ai prospetti richiesti per le IPO nel mercato azionario tradizionale.

Il regolamento MiCA introduce altresì misure per proteggere gli investitori da frodi e abusi di mercato, inclusa la segregazione dei fondi dei clienti e la divulgazione obbligatoria delle informazioni chiave. Infine, il regolamento mira a prevenire i rischi sistemici legati all’uso diffuso degli asset digitali, imponendo requisiti di capitale e controlli sui rischi operativi per i relativi fornitori di servizi.

La regolamentazione europea potrebbe avere un impatto significativo sul panorama globale degli asset digitali. Considerato che il mercato dell’Unione europea rappresenta uno dei principali mercati finanziari del mondo, le norme MiCA potrebbero stabilire uno standard internazionale, spingendo altri paesi a seguire un approccio simile. In ogni caso, le aziende che desiderano operare in Europa saranno tenute ad adeguarsi a queste regole, influenzando così le pratiche di mercato globali.

In aggiunta a quanto precede, l’Unione europea ha introdotto il Digital Operational Resilience Act (DORA), con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza e la resilienza delle entità finanziarie di fronte alle minacce informatiche, che in questo settore sono particolarmente elevate: gli asset digitali, infatti, essendo strettamente legati alle tecnologie emergenti, sono particolarmente vulnerabili agli attacchi informatici.

DORA avrà un impatto significativo sul settore degli asset digitali (che include criptovalute, token non fungibili (NFT) e altre risorse basate su blockchain), in quanto mira a creare un ambiente regolamentare che obblighi le entità finanziarie ad implementare una requisiti tecnici e organizzativi adeguati alla gestione del rischio informatico. Tra questi, vi è l’obbligo di condurre regolari stress test per valutare la propria capacità di resistere e rispondere a incidenti informatici, oltre alla necessità di sviluppare piani di continuità operativa dettagliati e aggiornati.

Un altro aspetto fondamentale di DORA è la gestione dei fornitori di servizi terzi. Molte entità finanziarie nel settore degli asset digitali si affidano a fornitori esterni per servizi essenziali come la custodia delle criptovalute, l’elaborazione delle transazioni e la gestione delle piattaforme di trading; DORA richiede che tali relazioni siano formalizzate attraverso contratti che includano clausole specifiche per la gestione del rischio informatico, la trasparenza e la conformità normativa. Questo requisito mira a garantire che l’intera catena del valore, dai fornitori di servizi ai clienti finali, sia protetta contro le minacce digitali.

L’implementazione di DORA avrà un impatto significativo anche sul mercato delle criptovalute. Gli exchange di criptovalute e i fornitori di portafogli digitali dovranno conformarsi a standard rigorosi per garantire la sicurezza dei fondi degli utenti. Tale conformità dovrebbe aumentare la fiducia dei consumatori nelle piattaforme di criptovalute, nonché contribuire a prevenire frodi e perdite finanziarie dovute a incidenti informatici.

Inoltre, la trasparenza e la divulgazione richieste da DORA forniranno un ulteriore livello di protezione per gli investitori, assicurando che le entità finanziarie comunichino in modo chiaro e tempestivo eventuali incidenti e le misure adottate per mitigare i rischi. È evidente pertanto che, stante la portata delle novità, l’adozione di DORA richiederà un investimento significativo in risorse tecniche e umane: le entità finanziarie dovranno potenziare le loro infrastrutture di sicurezza informatica e formare il personale per affrontare le nuove sfide poste dalla normativa.

Sotto diverso profilo, l’Autorità Bancaria Europea (EBA) ha preso una posizione decisa e proattiva riguardo alla regolamentazione degli asset digitali, riconoscendo la necessità di un approccio armonizzato a livello europeo per affrontare le sfide e i rischi che ne discendono. Gli asset digitali, infatti, avendo natura volatile e il potenziale per perdite significative, rappresentano una minaccia concreta per gli investitori poco informati.

Per sviluppare misure preventive adeguate, l’EBA ha pubblicato numerosi documenti che riflettono le proprie opinioni e raccomandazioni in materia di asset digitali. Tali documenti, oltre a rappresentare una guida per gli Stati membri dell’UE, rappresentano anche un riferimento per le giurisdizioni internazionali che cercano di sviluppare proprie normative in materia.

In tale prospettiva, un passo cruciale verso la regolamentazione è stato l’impegno dell’EBA a creare un quadro normativo chiaro e uniforme per i fornitori di servizi di asset digitali, imponendo loro di registrarsi e essere autorizzati autorità competenti. Inoltre, l’EBA ha posto un’enfasi particolare sulle misure anti-riciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo, allineando le sue raccomandazioni alle direttive AMLD5 e AMLD6 dell’Unione europea per prevenire l’uso illecito degli asset digitali.

Contestualmente, l’EBA ha sottolineato la necessità di trasparenza e di protezione dei consumatori. Gli emittenti di asset digitali devono fornire informazioni dettagliate e chiare sui rischi associati ai loro prodotti.

Tale obbligo di divulgazione è pensato per garantire che gli investitori possano prendere decisioni informate e consapevoli. La protezione dei fondi dei clienti è un altro pilastro delle raccomandazioni dell’EBA: i fondi devono essere segregati dai fondi aziendali per prevenire perdite in caso di fallimento del fornitore di servizi.

Il quadro normativo di riferimento in ambito statunitense

Negli Stati Uniti, la regolamentazione degli asset digitali è frammentata e caratterizzata da diverse norme emanate da diverse agenzie federali e statali. Ad esempio, lo Stato di New York richiede agli operatori di criptovalute di ottenere una “BitLicense”, un regime di licenza molto rigido che impone elevati standard di conformità. Altri stati, come il Wyoming, hanno preferito un sistema più flessibile, emanando leggi che incoraggiano l’adozione e l’innovazione nel settore degli asset digitali.

In ambito federale, la Security Exchange Commission (SEC) ha adottato una posizione rigorosa nei confronti delle criptovalute e degli asset digitali, considerandoli spesso come “securities” (titoli) sotto il Securities Act del 1933 e il Securities Exchange Act del 1934.

In particolare, la SEC utilizza il c.d. “Howey Test” per determinare se un asset digitale sia un titolo, basandosi su criteri come l’investimento di denaro in un’impresa comune con l’aspettativa di profitti derivanti dagli sforzi di terzi. Ciò ha portato la SEC a intraprendere azioni contro diverse Initial Coin Offerings (ICO) non registrate.

La Commodity Futures Trading Commission (CFTC) regola le criptovalute qualificabili come “commodities” ai sensi del Commodity Exchange Act (ad es. bitcoin ed ether). Questo ente ha, inoltre, giurisdizione sui derivati e sui mercati dei futures di criptovalute. La CFTC ha preso provvedimenti contro pratiche fraudolente e manipolatorie nei mercati delle criptovalute, oltre a promuovere la supervisione del trading di derivati su criptovalute.

Il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) applica le normative anti-riciclaggio (AML) e contro il finanziamento del terrorismo (CFT) agli exchange di criptovalute e ad altri fornitori di servizi di asset digitali. Tali operatori devono registrarsi come “Money Services Businesses” (MSB) e rispettare i requisiti di segnalazione delle transazioni sospette, oltre a implementare programmi di conformità AML.

L’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) ha emesso linee guida che consentono alle banche nazionali di fornire servizi di custodia per criptovalute, riconoscendo l’importanza crescente degli asset digitali e la necessità di integrare tali servizi nel sistema bancario tradizionale. Tale decisione ha ampliato le opportunità per le banche di partecipare al mercato delle criptovalute, offrendo al contempo una maggiore sicurezza agli investitori.

Come si evince dalla sintesi che precede, la regolamentazione dei mercati degli asset digitali rappresenta una delle sfide più complesse e attuali nel diritto internazionale. Le criticità al riguardo concernono, principalmente, il rischio di soffocare l’innovazione in un settore già dinamico e in rapida evoluzione, nonché di compromettere i diritti fondamentali degli utenti in materia di privacy e di sicurezza.

Inoltre, le differenze nelle regolamentazioni a livello internazionale potrebbero portare a un arbitraggio normativo, dove le aziende si spostano in giurisdizioni con regolamentazioni meno rigorose.

L’obiettivo da ricercare, dunque, è quello di bilanciare la necessità di protezione degli investitori e la stabilità finanziaria con la promozione dell’innovazione tecnologica e la salvaguardia dei diritti degli utenti. Solo attraverso una cooperazione internazionale e un dialogo continuo tra legislatori, regolatori e operatori di mercato si potranno affrontare efficacemente queste sfide.

Intervento di Daniele Ferretti – Ferretti Firm

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