Azimut Direct, motore di crescita

I mercati privati sono fondamentali per la crescita delle Pmi italiane. Azimut Direct sostiene queste imprese con capitali a lungo termine

In un contesto economico in continua evoluzione, i mercati privati stanno diventando una leva fondamentale per sostenere la crescita delle aziende, in particolare in Italia, dove il tessuto imprenditoriale è composto prevalentemente da piccole e medie imprese.


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L’accesso al capitale a lungo termine è cruciale per permettere a queste aziende di crescere, consolidarsi e competere anche a livello internazionale. Azimut Direct, parte del Gruppo Azimut, si sta posizionando come un attore chiave in questo ambito, offrendo soluzioni finanziarie innovative e mirate alle Pmi. Vediamolo insieme all’amministratore delegato Andrea Crovetto.

Andrea Crovetto, quali sono i principali trend che stanno emergendo nei private markets e come si riflettono sulle opportunità di crescita per le imprese italiane?

«Sicuramente il trend dei private markets è ormai globale. Gli Stati Uniti, insieme all’Asia, guidano il settore sia nel private equity che nel private debt. La crescita dei private markets riflette la minore disponibilità del sistema bancario a prendere rischi con le imprese. Dal 2008, a seguito della crisi finanziaria, le banche sono state vincolate dai regolatori e hanno meno possibilità di concedere finanziamenti, certamente in equity.

Oggi, il settore dei private markets raccoglie risparmio direttamente dai risparmiatori finali o istituzionali, raggiungendo una quota globale di circa 13mila miliardi di euro.

Questo rappresenta una cifra significativa e mette i private markets in una posizione di rilievo accanto al sistema bancario.

Le banche commerciali tendono a finanziare esigenze a breve termine; ora le aziende hanno accesso a mezzi a lungo termine tramite i private markets, il che implica che le imprese debbano dimostrare una visione chiara per il futuro, con piani di business solidi, bilanci accurati e attenzione alle tematiche ESG.

Inoltre, notiamo un’importante tendenza di consolidamento, favorita anche da scenari strategici come quello presentato da Mario Draghi, che incoraggiano le aziende europee a unirsi per competere su scala mondiale».

Azimut Direct sta investendo in modo significativo nei mercati privati. Qual è la visione strategica dietro questa scelta?

«La visione strategica di Azimut Direct è sostenere le aziende italiane, in particolare le Pmi, che spesso trovano difficoltà ad accedere ai capitali necessari per crescere e competere a livello internazionale. Partecipare ai mercati privati ci permette di mettere a disposizione delle imprese capitali a lungo termine, tramite i fondi Azimut o altri investitori istituzionali, aiutandole a pianificare e a realizzare progetti di crescita strategica. In questo modo, supportiamo il superamento del “piccolo è bello” tipico delle Pmi italiane e favoriamo la creazione di aziende strutturate, competitive e sostenibili anche oltre i confini nazionali».

L’Italia è spesso caratterizzata da una prevalenza di piccole e medie imprese. Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli alla crescita delle aziende italiane rispetto ai competitor europei?

ITALIA ECONOMY - Azimut Direct, motore di crescita«L’ostacolo principale risiede nella “mentalità” degli imprenditori: molti faticano a vedere la crescita e il consolidamento come un’opportunità. Tuttavia, il percorso ESG sta aiutando molti a comprendere l’importanza di unire le forze non come rinuncia, ma come mezzo per competere meglio. In Italia, le imprese sono spesso legate a un modello di business familiare, con capitale proveniente dal patrimonio della famiglia. Nel contesto internazionale, però, le imprese capitaliste sono quelle che hanno capitale “laico” ovvero raccolto dal mercato.

Negli ultimi anni, molti imprenditori hanno adottato un approccio più razionale, mettendo al centro l’azienda e puntando alla sua crescita e stabilità per il bene di tutti i dipendenti e degli azionisti.

Questo atteggiamento li rende più propensi ad accogliere investitori e a condividere piani strategici con banche e fondi, permettendo di realizzare economie di scala. Al contrario, rimanere piccoli rischia di condannare l’azienda al declino».

In che modo Azimut Direct sta aiutando le Pmi italiane a consolidarsi e a crescere anche oltre i confini nazionali?

«Azimut Direct mette a disposizione delle Pmi italiane strumenti finanziari avanzati e competenze mirate per sostenere i loro piani di crescita, sia a livello nazionale che internazionale.

Offriamo capitali a lungo termine, attraverso i fondi Azimut e altri investitori, e supportiamo le imprese nella strutturazione di piani di business condivisi e nella comunicazione con potenziali investitori. Inoltre, collaboriamo strettamente con le aziende per rafforzare i loro sistemi di governance e per aumentare la loro competitività sui mercati esteri, promuovendo la sostenibilità e i principi ESG».

Ritiene che il contesto normativo italiano sia favorevole o sfavorevole rispetto ad altri Paesi europei per promuovere la crescita delle imprese?

«Il contesto italiano è ancora caratterizzato da rigidità che rallentano lo sviluppo delle aziende. Sebbene vi siano stati grandi miglioramenti, come il sostegno alle start up innovative, i Pir, i minibond e i fondi per l’innovazione, il sistema italiano rimane meno agile rispetto ad altri Paesi europei

come la Germania o la Francia. Serve un maggiore impegno verso una riforma del mercato dei capitali, che consenta alle Pmi di accedere ai fondi senza dover dipendere unicamente dalle banche».

Di recente, Mario Draghi ha pubblicato un paper sulla competitività europea. Quali considera i punti chiave di questo documento e le implicazioni per il settore finanziario?

«Uno dei punti chiave è appunto il tema dell’accesso ai capitali. Draghi sottolinea l’importanza della Capital Markets Union, un sistema che permetta anche alle medie imprese di accedere al mercato dei capitali, in particolare a quelli di origine previdenziale o assicurativa, meno visibili ma cruciali per finanziare il sistema produttivo europeo.

Inoltre, Draghi evidenzia la necessità di consolidare l’industria europea per permettere alle aziende di competere su scala globale, senza vincolarsi eccessivamente con norme antitrust intraeuropee. Questo approccio consentirebbe alle imprese europee di fronteggiare la concorrenza internazionale, soprattutto nei settori strategici come la difesa, i trasporti e la tecnologia».

Come può il sistema finanziario italiano, e in particolare gli operatori come Azimut Direct, contribuire a migliorare la competitività dell’Europa nel contesto globale?

«Azimut Direct, e più in generale il sistema finanziario italiano, possono giocare un ruolo cruciale nello sviluppo di

un mercato dei capitali efficiente e orientato alle medie imprese. Investendo in queste aziende, sosteniamo la loro crescita e aiutiamo a costruire un tessuto industriale più forte. Con un accesso facilitato ai fondi, le Pmi possono espandersi e contribuire alla competitività dell’Europa, rendendo il continente più resiliente e meno dipendente dai giganti economici globali».

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