Gianluca Francola, direttore commerciale, racconta GFX, tra cyber security e health care
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Innovativi fin dagli anni ‘70, prima al fianco di chi, allora, di innovazione se ne intendeva davvero e oggi come partner tecnologico in grado di generare sicurezza, crescita e valore al cliente. GFX nasce (e tuttora ha il suo core business) a Roma, nel 1976, quando ancora non si chiamava così ed era una concessionaria dell’Olivetti. Poi ha spiccato il volo, prima come GF Software e, dal 1986, con l’attuale denominazione.
Curiosa la storia del nome: il “GF” viene dalla lettera iniziale dei figli dei due fondatori, Gianluca e Fabio. Quando in società entrarono due nuovi soggetti, non ci fu neanche bisogno di cambiare il nome, in quanto si chiamavano Gino e Francesco (ancora GF, quindi). Passa qualche anno e in azienda cambiano ancora i soci. Oltre allo storico fondatore, Sandro Francola, fa il suo ingresso anche Fabio Soldani, che con il figlio di Sandro (Gianluca) formano ancora l’acronimo GF al quale, alla fine, è stata aggiunta una “X” (l’attuale GFX) come variabile.
«Ora in società può entrare anche chi non ha il nome che inizia per G o per F, ci sarà la X a rappresentarli», scherza Gianluca Francola, direttore commerciale. Che poi ricorda come il padre talvolta gli racconti di quando, all’inizio, in azienda lavoravano quattro-cinque persone, mentre oggi ce ne sono 52.
“Sicurezza” è sicuramente una delle parole d’ordine di GFX, declinata sia in ambito tecnologico (la cyber security), sia in campo sanitario, una delle aree in cui la società si sta specializzando da qualche anno. «Il nostro business – dice Francola – si concentra nelle regioni del centro-sud d’Italia e soprattutto nel Lazio. E proprio qui, l’ambito sanitario è diventato per noi di primaria importanza».
Con Smart Hospital, per esempio, un sistema per la micrologistica di reparto e una soluzione innovativa per l’automazione dei processi di stoccaggio e distribuzione di farmaci e dispositivi medici nelle strutture sanitarie, pubbliche e private. Un esempio? «Armadi e carrelli modulari – spiega Francola – che integrano tecnologie per lo stoccaggio e la distribuzione di farmaci e dispositivi medici in reparto e in sala operatoria, dalla farmacia ospedaliera fino alla somministrazione a bordo letto. Si identificano così, abbattendo le possibilità di errore, i medicinali da prelevare. Inoltre, dati biometrici e bar code identificano senza dubbio l’operatore». Un progetto pilota già in pieno sviluppo con le strutture di Tor Vergata, IFO (istituti specializzati in fisioterapia) e Asl Viterbo.
Ma di sicurezza si occupano anche i servizi forniti da GFX alle imprese private e alle pubbliche amministrazioni: si va dalla conduzione operativa di sistemi open con presidio on-site, alla gestione e manutenzione dei server, dal cablaggio delle reti, ai servizi in cloud. «Ci consideriamo consulenti a 360 gradi delle imprese», dice Francola. Che continua: «Proponiamo alle imprese una serie di strumenti per diffondere ai propri collaboratori la cultura, la formazione e, dunque, la consapevolezza della sicurezza informatica.
Gli strumenti che proponiamo sono basati su principi di simulazione, che mostrano eventi e situazioni reali ed evidenziano l’importanza della cyber security per i dipendenti. In pratica, siamo in grado di misurare il livello di vulnerabilità in un dato sistema e verificare la sicurezza delle strutture e delle reti, anche mediante simulazioni di attacchi da parte di hacker».
Infine, la digitalizzazione dei processi (digital trust): «Grazie alla collaborazione con InfoCert – spiega il direttore commerciale di GFX – siamo in grado di offrire su tutti i nostri applicativi, anche stand-alone, delle soluzioni per la digitalizzazione dei processi di firma e per la conservazione legale sostitutiva». Esempi? Firma digitale, firma di referti, diario clinico, consenso al trattamento informato. Tutto sempre in sicurezza.