SISTUR, futuro del turismo in Italia

Scopriamo come la SISTUR sta guidando l’innovazione nel settore del turismo italiano attraverso la ricerca, l’educazione e la collaborazione tra turismo, scienza ed economia

Intervista a Fabrizio Antolini


There is no ads to display, Please add some

presidente SISTUR

Il periodo storico attuale è segnato da cambiamenti economici, sociali e culturali che, se gestiti correttamente, possono rappresentare un’opportunità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Italia, con un finanziamento di 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 a fondo perduto, è una di queste opportunità per modernizzare il Paese attraverso una serie di missioni, riforme e investimenti.

La modernizzazione avrà un impatto significativo sulle comunità, influenzando la gestione del tempo libero e del lavoro, l’accesso ai servizi pubblici e privati: il sistema dei trasporti in questo processo svolge un ruolo cruciale poiché la mobilità delle persone è fondamentale per lo scambio culturale, la creazione di nuove relazioni economiche e sociali e per il turismo.

Il PNRR destina 6,68 miliardi di euro al turismo e alla cultura, di cui 2,4 miliardi sono dedicati al turismo 4.0. Questi fondi sono suddivisi tra la competitività delle imprese turistiche, i grandi eventi turistici e la costruzione dell’hub del turismo digitale.

«Il processo decisionale nel turismo è cambiato nel tempo, con le persone che decidono i loro viaggi in tempi più brevi rispetto al passato, spesso organizzando autonomamente i viaggi via internet. Questo ha portato a un aumento del turismo esperienziale e sostenibile – afferma Fabrizio Antolini, presidente della SISTUR (sito web) –. Il PNRR dovrebbe incentivare questo cambiamento, finanziando nuovi itinerari turistici locali che valorizzano il territorio.

Il settore turistico deve fare un salto di mentalità nella consapevolezza che rappresenta un vero e proprio settore economico trasversale, l’industria turistica. Non ha senso parlare di turismo, in Italia esistono tante forme di turismo (i turismi) che però non sono associati ancora ai territori. Il turista non è sufficientemente supportato nella scelta della destinazione e quindi domanda e offerta fanno fatica ad allinearsi.

Dal lato offerta, occorre ricordare che l’impresa turistica ha caratteristiche peculiari, specialmente quella che opera nel settore extra-alberghiero. La ricettività deve essere in grado di far orientare il turista nel più breve tempo possibile, consigliando e suggerendo i luoghi maggiormente turistici. La cultura dell’ospitalità non può essere solo empatia, deve essere formata, anche sotto il profilo psicologico».

Il turismo, la scienza e l’economia sono tre settori apparentemente distinti, ma in realtà strettamente interconnessi e reciprocamente influenzanti. Il turismo, come motore di sviluppo economico, genera reddito e occupazione in molte regioni del mondo, tuttavia, per garantire un turismo sostenibile e di lungo termine, è necessario un approccio scientifico.

La scienza ci aiuta a comprendere come gestire al meglio le risorse naturali e culturali, a minimizzare l’impatto ambientale del turismo e a migliorare l’esperienza dei visitatori, d’altra parte, l’economia fornisce gli strumenti per comprendere e gestire i flussi turistici, per ottimizzare i benefici economici e per garantire che il turismo contribuisca allo sviluppo sostenibile.

È questo il ruolo della SISTUR (Società Italiana di Scienze del Turismo), una società scientifica dove accademici, imprenditori e associazioni contribuiscono a creare un ponte tra turismo, scienza ed economia, promuovendo un approccio al turismo che sia sostenibile, scientificamente informato ed economicamente vantaggioso.

La SISTUR è una piattaforma per la collaborazione tra studiosi ed esperti. Potrebbe illustrare come queste collaborazioni abbiano portato a sviluppi significativi nel campo del turismo?

«Abbiamo intrapreso diverse iniziative significative: abbiamo firmato un accordo con IMOCOS ITALIA per avviare una ricerca sulle aree gravitazionali dei siti UNESCO e su indicatori per misurare l’overtourism e per avviare – sempre con ICOMOS – un master in Turismo e Paesaggi Culturali. Collaboriamo anche con il Parco Nazionale del Gargano per un master sul Turismo Sostenibile nelle aree marine protette, con particolare riferimento alle Isole Tremiti.

Abbiamo lanciato una rivista scientifica, la prima e unica del suo genere riconosciuta a livello accademico in Italia e stiamo preparando un accordo con l’Ufficio Statistico dei Comuni Italiani, evidenziando l’importanza dei dati statistici nel campo del turismo. Di recente, abbiamo partecipato a Fare-turismo, dove insieme ai presidenti dei corsi di laurea abbiamo rivisto l’offerta formativa. Infine, stiamo pianificando iniziative per supportare la creazione di ITS di eccellenza nel campo turistico».

Come vede il futuro del turismo in Italia, soprattutto alla luce delle sfide globali come i cambiamenti climatici e la pandemia?

«Il cambiamento climatico richiede una gestione intelligente. Per un Paese come l’Italia, questo potrebbe significare un’estensione della stagione turistica che non coincide più con quella naturale. È necessario un cambiamento nel mercato del lavoro turistico, che deve diventare più flessibile, ma senza creare situazioni di precarietà. La pandemia ha evidenziato che il turismo di massa non è l’unica opzione, ma senza servizi adeguati, i territori faticano a svilupparsi turisticamente. La sostenibilità da sola non è sufficiente ma come nuovo stile di vita rappresenta un’opportunità significativa».

Quali sono gli obiettivi a lungo termine della SISTUR per sostenere e promuovere la ricerca e la formazione nel settore turistico?

«L’obiettivo è di ottenere finanziamenti per condurre una ricerca applicata che possa supportare la programmazione e avviare start up nel settore turistico. Questo è possibile grazie ai nostri soci che si occupano di queste questioni. Oggi, pur essendo il turismo un argomento di discussione diffuso, manca spesso un approccio scientifico al problema. Le peculiarità del settore e dei territori in cui il turismo si sviluppa non sono sempre ben comprese.

Si tende a parlare per slogan, come la sostenibilità o il contributo al PIL, senza una comprensione profonda. Ad esempio, non tutti sanno qual è il contributo del turismo al PIL del Lazio, pur affermando che il turismo è fondamentale. Abbiamo anche l’intenzione di organizzare un master di primo e secondo livello con le associazioni, grazie alle competenze che possediamo.

Il nostro vero obiettivo è diventare un think tank, un luogo in cui elaborare proposte trasversali da presentare ai nostri interlocutori politici. Siamo gli unici ad avere competenze così trasversali».

La  SISTUR è nota per promuovere ricerche, inchieste e pubblicazioni. Ci può dare un esempio di una ricerca o pubblicazione recente che ha avuto un impatto significativo sul settore?

«Le tavole rotonde sui dati statistici rappresentano sicuramente un nostro punto di forza. Io faccio anche parte del gruppo di lavoro – come esperto – per l’ISTAT sui temi del turismo. Abbiamo anche contribuito alla redazione del rapporto sul turismo italiano, in cui la SISTUR è rappresentata nel comitato scientifico ristretto.

Tra le pubblicazioni, vorrei suggerire “Using Farmhouse and Food to Enforce a Tourism Sustainable Development Model: Empirical Evidence from Italy”, per la quale mi è stato chiesto di scrivere una sintesi per una rivista divulgativa nazionale. Potrei anche citare il lavoro svolto con altri autori intitolato “Attrattività dei territori e flussi turistici: l’importanza di una corretta programmazione settoriale”, pubblicato in Turistica nel 2017, che ha illustrato come predisporre una corretta programmazione turistica territoriale. Infine, l’articolo “Foreign Arrivals Now Casting in Italy with Google Trends Data”, scritto con un’altra autrice, è stato utilizzato da alcuni uffici studi nazionali per fare previsioni a breve termine».

Come la SISTUR incoraggia la partecipazione di giovani studiosi e professionisti nel campo del turismo e quali opportunità offre per la loro crescita professionale?

«Prevediamo borse di studio a studenti, premiando le migliori tesi di laurea. Diamo poi la possibilità di pubblicare un estratto della tesi sulla nostra rivista se supera il doppio referaggio e di presentare l’estratto davanti all’Assemblea generale».

Esiste un’area del turismo che ritiene sia stata trascurata o meriti maggiore attenzione da parte degli studiosi e degli esperti?

«Il collegamento tra economia e turismo attraverso il supporto dell’analisi dei dati, anche territoriali. L’utilizzo dei big data può aiutare a profilare il turista, anticipando il comportamento della domanda. Abbiamo presentato un PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) insieme all’Università del Sannio e di Brescia, quindi incrociamo le dita.  

Il turismo deve studiare materie che aiutino a comprendere l’economia comportamentale. C’è un approccio soggettivo alle decisioni che per il turismo non può essere più rimandato. Infine, c’è l’ambito delle tecnologie informatiche e dell’IA attraverso le reti neurali. Ci stiamo occupando anche di questo. Ad esempio a Pescara, ad un Convegno Internazionale che si terrà a fine agosto, abbiamo organizzato una sessione dove tratteremo anche questi temi».

Infine, come presidente della  SISTUR, qual è il suo messaggio personale agli attori del settore turistico, agli studiosi e al pubblico in generale riguardo al ruolo del turismo nel contesto socioeconomico italiano?

«Che ci dobbiamo credere, senza dire che dobbiamo fare sistema. Piuttosto si devono proporre riforme utili alla crescita di un settore che soffre di un eccesso di regolamentazione, spesso tra l’altro mutevole a livello regionale. C’è un problema di governance che può essere risolto solo se si adottano incentivi per i comportamenti virtuosi. Si deve avviare un finanziamento competitivo».

Leggi altro su economia – cultura e turismo

condividi su:

Picture of Paola Carella
Paola Carella

Leggi anche