L’Associazione Borghi più belli d’Italia è l’organizzazione che si dedica alla valorizzazione e promozione dei piccoli centri storici italiani. Ne abbiamo parlato con il suo presidente Fiorello Primi
Il settore del turismo in Italia sta vivendo una significativa ripresa nel 2023. Nei primi due mesi dell’anno, le presenze turistiche sono aumentate del 45,5 per cento rispetto allo stesso periodo nel 2022, con un notevole incremento sia di turisti stranieri (+70,5 per cento) che di turisti domestici (+28,8 per cento). Se la tendenza continua, il 2023 potrebbe vedere un completo recupero del settore turistico, superando anche i livelli pre-pandemia. Nel confronto con il 2019, le presenze di italiani sono aumentate del 4,8 per cento e quelle degli stranieri del 3,5 per cento. Per il 2022, l’incremento annuo delle presenze è stato del 39,3 per cento rispetto al 2021. L’Italia si è classificata quarta nell’Unione Europea per numero di presenze nel 2022, con il 14,5 per cento del totale, e seconda per presenze di turisti stranieri, seguendo la Spagna.
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L’Italia è una terra di borghi incantevoli, i quali vengono promossi e valorizzati dall’associazione I Borghi più belli d’Italia. L’associazione (sito web) è stata fondata nel 2001 con l’obiettivo di preservare il patrimonio culturale e storico di questi preziosi borghi, molti dei quali sono a rischio di spopolamento e declino economico.
«L’associazione lavora non solo per promuovere il turismo sostenibile, ma anche per incentivare le attività economiche locali, conservare le tradizioni e valorizzare il patrimonio culturale – spiega il presidente Fiorello Primi – essa rappresenta una risorsa cruciale per il riconoscimento e la tutela di queste gemme nascoste nel paesaggio italiano».
Nata 21 anni fa, a Castiglione del Lago, dove Fiorello Primi era sindaco, l’associazione è stata tra le prime a concentrarsi sul turismo territoriale e sulla valorizzazione dei piccoli comuni e fa parte di una Federazione mondiale che include Francia, Belgio, Spagna, Germania, Giappone e altri paesi.
Il turismo nei 350 borghi che fanno parte dell’associazione ha registrato una performance eccezionale nel 2022, superando i livelli del 2019 del 13,7 per cento, il che è notevolmente superiore alla media nazionale. I comuni con un focus sul turismo montano e termale hanno visto incrementi rispettivamente del 46,8 per cento e 43,2 per cento, i comuni con attrazioni culturali, storiche, artistiche e paesaggistiche hanno registrato un aumento delle presenze in linea con la media nazionale (+39,3 per cento).

Quali sono i criteri per essere ammessi nell’Associazione?
«L’ingresso nell’Associazione non è automatico: c’è un rigido processo di valutazione validato a livello internazionale e certificato ISO 9001, basato su 72 parametri raggruppati in quattro blocchi – dalla bellezza estetica ai servizi per la comunità, dall’accoglienza all’ospitalità, dalla tutela del territorio al paesaggio culturale – questo approccio garantisce che i borghi siano non solo belli, ma anche socialmente solidi e sostenibili. Ad oggi sono 348 i comuni che fanno parte dell’Associazione, la maggior parte si trova nel Centro Italia, con Umbria, Marche e Toscana che hanno il maggior numero di borghi ammessi».

Quali sono i vantaggi di far parte di questo circuito?
«Essere parte dell’Associazione offre numerosi vantaggi in termini di promozione. Oltre alle guide cartacee, l’Associazione utilizza strumenti moderni come Instagram, dove l’account @borghipiubelliditalia conta quasi un milione di follower. Inoltre, collaboriamo con programmi televisivi, pubblichiamo una rivista, e organizziamo eventi internazionali per promuovere i borghi in tutto il mondo. Desidero sottolineare l’importanza di questa visibilità per i piccoli comuni che altrimenti avrebbero difficoltà a raggiungere un pubblico così ampio».
Quali iniziative l’Associazione sta intraprendendo per promuovere i piccoli produttori e il patrimonio culturale dei borghi, e in che modo la digitalizzazione è parte integrante di questi sforzi?
«L’associazione sta lavorando a un grande progetto di censimento e digitalizzazione dei produttori e dei prodotti dei Borghi d’Italia – con l’obiettivo di digitalizzare circa 10mila produttori e oltre 25mila prodotti, contribuiremo a fornire una vetrina ai piccoli produttori. Inoltre, l’associazione sta lavorando alla digitalizzazione del patrimonio culturale attraverso la creazione di un museo digitale dei Borghi d’Italia. Desidero l’importanza di riconnettere i piccoli borghi con infrastrutture e servizi adeguati, questo include non solo l’accessibilità fisica ma anche quella digitale, c’è un’enfasi sulla necessità di una rigenerazione sia urbana che sociale, e sull’importanza di garantire che le persone che vivono in questi borghi abbiano accesso a servizi essenziali come sanità e istruzione».

Quali sono le principali aree di intervento per promuovere lo sviluppo dei borghi, e in particolare, che tipo di collaborazioni cerca di instaurare con le istituzioni governative e il settore dell’educazione?
«Il tema dei borghi è spesso citato nelle discussioni politiche, purtroppo persiste una mancanza di azione e strategia a lungo termine e vorremmo essere riconosciuti come partner chiave nelle strategie di sviluppo dei borghi, piuttosto che essere consultati in modo superficiale. Per quanto riguarda la formazione l’associazione collabora con diverse università e cerca di coinvolgere studenti da tutto il mondo in programmi educativi all’interno dei borghi. Questo non solo arricchisce l’esperienza formativa degli studenti ma può anche portare un impulso economico alle comunità locali durante i periodi più tranquilli dell’anno».

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