Barilla e il congedo parentale allargato

Gruppo Barilla: congedo parentale di 12 settimane retribuito al 100% per entrambi i genitori

Dal 1 gennaio 2024 la multinazionale nata a Parma metterà in atto una politica aziendale che mira a ridurre il gender gap esistente tra lavoratori e lavoratrici: i genitori appartenenti al gruppo potranno infatti beneficiare di un congedo retribuito al 100% della durata di 12 settimane, indipendentemente dal genere, dallo stato civile o dall’orientamento sessuale.


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La misura riguarda tutti gli 8.700 lavoratori del gruppo e prevede che, nel caso in cui gli standard legislativi locali siano più vantaggiosi, vengano applicate le normative del Paese.

In Francia, ad esempio, il congedo obbligatorio è di 25 giorni, in Spagna di 112, in Finlandia di 160 e di 480 in Svezia. Nel caso dell’Italia, il congedo di maternità resterà quello attuale, previsto dalla nostra legislazione, mentre il congedo di paternità sarà esteso dai 10 giorni previsti dalla normativa a 12 settimane.

Negli ultimi anni, il congedo parentale è diventato una priorità sempre più rilevante per i desideri dei dipendenti in ambito lavorativo. Un’indagine internazionale condotta dalla piattaforma HR Remote, che ha coinvolto 5.708 dipendenti a tempo pieno in 10 Paesi, ha rivelato che il 15% di essi non usufruisce del congedo parentale e esita a prenderlo completamente per timore di subire discriminazioni. Inoltre, il 47% dei dipendenti rifiuterebbe un’offerta di lavoro se le politiche aziendali in materia di genitorialità non soddisfacessero le loro aspettative.

L’inclusività di un’azienda è di particolare importanza per i giovani tra i 25 e i 34 anni, poiché quasi due terzi di loro (60%) hanno dichiarato di preferire aziende con politiche di congedo parentale inclusive. Questo dimostra un cambiamento significativo nelle aspettative dei lavoratori più giovani nei confronti delle politiche aziendali.

Tornando in Italia, Save The Children ha chiamato “Equilibriste” il report annuale che mira a far luce sulla situazione delle donne e delle mamme in Italia, sottolineando la difficile condizione delle donne lavoratrici in Italia, caratterizzata da un forte divario di genere nel lavoro e nella cura familiare. I dati parlano chiaro: 1 lavoratrice su 3 ha un lavoro part time, mentre è solo 1 uomo su 10 a non avere un impiego full time.

Inoltre, nel 2022 il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini: nella fascia di età 25-54 anni se c’è un figlio minore, il tasso di occupazione per le mamme si ferma al 63% contro il 90,4% di quello dei papà, e con due figli minori scende fino al 56,1%, mentre i padri che lavorano sono ancora di più (90,8%).

Anche i dati sull’occupazione forniti dall’Istat mostrano ancora oggi un evidente gender gap: i dati dell’occupazione femminile sono in crescita, ma si tratta di un aumento molto più lento rispetto a quello dell’uomo, con un tasso di occupazione maschile che supera quello femminile del 18,4%. Nello specifico la percentuale è del 70,7% per i maschi e del 52,3% per le donne.

In un mondo post-Covid dove il bilanciamento tra lavoro e tempi di vita sta assumendo sempre più valore, la misura adottata da Barilla sembra la soluzione migliore.

Si tratta di una politica aziendale inserita in un percorso dedicato all’emancipazione femminile che Barilla sta tracciando da anni: il 38% degli executive e manager in Barilla nel mondo sono donne. E nel 2020 ha eliminato il divario retributivo di genere a livello globale.

Il nuovo congedo parentale, in particolare, cerca di valorizzare la genitorialità e ridurre uno dei principali fattori che contribuiscono al divario di genere sul luogo di lavoro. Lo ha detto Floriana Notarangelo, Chief Diversity & Inclusion Officer del Gruppo Barilla, che aggiunge: “È esteso a tutti i genitori, indipendentemente dal loro genere, stato civile, orientamento sessuale e se sono genitori biologici o adottivi, perché riconosciamo che ogni famiglia è unica e non esiste una figura genitoriale più importante dell’altra”.

La Barilla Global Parental Leave Policy rappresenta un importante passo nel percorso di Diversity, Equity & Inclusion dell’azienda ed è un risultato tangibile del suo impegno per promuovere la parità di genere. Per diversi anni, il gruppo ha attuato iniziative volte a promuovere l’uguaglianza di genere e migliorare l’equilibrio tra vita professionale e privata.

Un primo passo significativo è stato compiuto nel 2013, quando l’azienda ha introdotto lo smart working come modello di lavoro, una pratica che è stata gradualmente ampliata anche dopo la pandemia.

Nel 2017, Barilla è stata la prima azienda italiana a aderire agli Standards of Conduct for Business dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, dimostrando così un forte impegno nel contrastare la discriminazione sul luogo di lavoro e nel rispettare e sostenere i diritti delle comunità LGBTQ+.

Inoltre, a partire dalla sede di Parma, è stato lanciato il programma Winparenting, che offre ai dirigenti e ai neogenitori sessioni di coaching, workshop di formazione, opzioni di smartworking e opportunità per sviluppare competenze, contribuendo in modo significativo a migliorare la vita professionale e privata dei dipendenti.

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Giulia Baglini
Giulia Baglini, giornalista.

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