Ogni oggetto di carta realizzato con la carta piantabile rinasce pianta. Di Piantami abbiamo parlato con Marcella Soriano, Ceo di Made Consulting
La carta piantabile è ottenuta mediante una tecnologia in grado di innestare semi vivi all’interno della carta riciclata. Ed è proprio per questo motivo che ogni oggetto di carta realizzato con la carta piantabile rinasce come pianta. È una modalità che promuove l’economia circolare a beneficio dell’ambiente perché non provoca ulteriori rifiuti da smaltire, consentendo una nuova vita all’oggetto.
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Ci siamo mai chiesti dove finisce il packaging una volta utilizzato un prodotto? Sicuramente in una discarica oppure verrà incendiato, provocando danni ambientali. Questo accade con quasi tutti i prodotti stampati inquinanti: bomboniere, inviti o lettere di ogni tipo. Grazie alla carta piantabile è possibile cambiare proprio questo destino finale della carta.
Scegliere la carta piantabile Piantami (sito web) significa dare valore a ogni singola parte dei prodotti a partire dalla confezione. La carta usata è solo carta riciclata certificata FSC. Con Marcella Soriano, Ceo di Made Consulting Srl, approfondiamo l’argomento per conoscere nel dettaglio il progetto innovativo.
Come nasce la carta Piantami?
«Piantami nasce sostanzialmente con una presa di coscienza. Durante la pandemia di Covid-19 la nostra azienda è stata una delle prime in Italia ad attivarsi per la produzione di mascherine FFP2. L’abbiamo fatto perché sentivamo che il Paese aveva bisogno dell’impegno di tutti per rialzarsi, ma quando la pandemia ha iniziato a darci tregua abbiamo notato un altro problema: le mascherine erano diventate il nuovo rifiuto abbandonato sulle nostre strade e per quanto noi fossimo in buona fede nel produrle ci siamo sentiti in parte responsabili.
È in quel momento che abbiamo deciso di avviare un progetto all’insegna della sostenibilità ambientale. Piantami permette di ridurre gli sprechi di carta e contribuisce alla nascita di nuove piante che danno ossigeno al Pianeta. Insomma, è il nostro modo per ricompensare la natura delle volte in cui l’abbiamo inconsciamente danneggiata».
In che modo le aziende traggono benefici da questo progetto?
«È molto semplice: le aziende traggono benefici da Piantami perché quello che proponiamo è qualcosa che i loro stessi clienti ricercano. Il problema dell’inquinamento è sempre più sentito dai consumatori, soprattutto se pensiamo alle nuove generazioni, cresciute sentendo parlare di cambiamento climatico, terrorizzate da alluvioni, incendi, caldo torrido.
Ecco, oggi le statistiche dicono che sempre più spesso questi argomenti incidono sulle scelte di acquisto. Proporre una soluzione sostenibile per il proprio brand significa quindi migliorare la propria reputazione e creare un rapporto col cliente basato su dei valori condivisi. In più la carta piantabile è un’esperienza unica e innovativa. Le persone comprano un prodotto e scoprono ad esempio di poter piantare e coltivare la scatolina che lo conteneva. Difficilmente dimenticheranno il brand».

I benefici principali per l’ambiente?
«In molti credono che il consumo eccessivo di carta non sia un problema per l’ambiente perché parliamo comunque di un materiale riciclabile. Si pensa, però, erroneamente che il processo di riciclo avvenga con uno schiocco di dita. In realtà anche quello richiede un massiccio impiego di risorse, sia in termini economici sia di energia.
Allo stato attuale delle cose, la direzione in cui bisognerebbe andare è quella della riduzione degli sprechi e Piantami fa proprio questo: permette alla carta di non diventare un rifiuto. In più la trasforma in una pianta, che, come dicevo prima, è di per sé un elemento che fa bene all’ambiente dato che produce ossigeno».
La sostenibilità è ormai un asset economico per il futuro?
«Assolutamente sì. Proprio perché i consumatori del domani saranno cresciuti in un’epoca in cui la sostenibilità è al centro del dibattito pubblico. Un’azienda che vuole restare competitiva non può non tenere conto della sensibilità che le persone stanno acquisendo rispetto al problema, né delle nuove domande che tendono a porsi prima di comprare o dei criteri che influenzano le loro scelte d’acquisto, e che sempre più spesso includono l’impegno dell’azienda a favore dell’ambiente».
Quali gli asset economici maggiormente coinvolti dalla carta piantabile?
«La nostra carta piantabile in realtà è estremamente versatile. Il fatto che sia disponibile in tre varianti di colore e in più grammature, che non dia alcun problema alle stampanti e che sia perfetta da utilizzare in combinazione con inchiostri atossici e alimentari la rende adatta a moltissimi settori.
Solo per fare qualche esempio, nel mondo della moda è l’ideale per i cartellini dei vestiti, che sono un prodotto destinato ad avere vita brevissima e diventare un rifiuto; anche per la ristorazione può essere una buona idea utilizzarla per i menu, specialmente in caso di menu stagionali che cambiano spesso o addirittura per i menu degli eventi, che vanno buttati via dopo un giorno solo.
In generale tutta l’industria degli eventi può fare della carta piantabile il suo punto di forza. Allo stesso modo altre aziende possono impiegarla nel packaging e i professionisti possono adottarla per i loro biglietti da visita. Noi ci rivolgiamo anche ai distributori di carta e alle agenzie di comunicazione, perché poter proporre ai propri clienti un servizio di stampa e produzione di materiale su carta piantabile è un valore aggiunto che in pochi possono vantare».