Il nuovo piano triennale di AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, affronta per la prima volta il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA)
Il 2024 si appresta ad essere l’anno dell’intelligenza artificiale per gli enti pubblici italiani. L’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ha infatti pubblicato nei giorni scorsi il nuovo Piano triennale per l’Informatica nella pubblica amministrazione 2024-2026.
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L’Agenzia per l’Italia Digitale è l’agenzia tecnica della Presidenza del Consiglio che ha il compito di garantire la realizzazione gli obiettivi dell’Agenda e contribuire alla diffusione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, favorendo l’innovazione e la crescita economica.
Inoltre, ha il compito di coordinare le amministrazioni nel percorso di attuazione del Piano Triennale per l’informatica della Pubblica amministrazione, favorendo la trasformazione digitale del Paese.
In questa quinta edizione del Piano (la prima risale al 2017), è presente una maggiore attenzione agli aspetti di governance e un approccio fortemente orientato ai servizi digitali.
Per la prima volta, il Piano affronta il tema dell’intelligenza artificiale, dedicandole un intero capitolo e fornendo indicazioni e principi generali che dovranno essere adottati dalle amministrazioni e declinati in fase di applicazione, tenendo in considerazione lo scenario in rapida evoluzione.
Nel capitolo 5 del Piano, intitolato “Dati e Intelligenza Artificiale”, l’AgID attribuisce all’intelligenza artificiale “il potenziale per essere una tecnologia estremamente utile, o addirittura
dirompente, per la modernizzazione del settore pubblico”.
Tra le potenzialità delle tecnologie di intelligenza artificiale nella gestione e nell’erogazione dei servizi pubblici, vengono citate le capacità di:
- automatizzare attività di ricerca e analisi delle informazioni semplici e ripetitive, liberando
tempo di lavoro per attività a maggior valore;
- aumentare le capacità predittive, migliorando il processo decisionale basato sui dati;
- supportare la personalizzazione dei servizi incentrata sull’utente, aumentando l’efficacia
dell’erogazione dei servizi pubblici anche attraverso meccanismi di proattività.
Dopo la pubblicazione dell’AI Act, la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio Europeo che mira ad affrontare i rischi legati all’utilizzo dell’IA, AgID, di concerto con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e con l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza (ACN), si pone l’obiettivo di innalzare i livelli di cybersecurity dell’intelligenza artificiale per assicurare che sia progettata, sviluppata e impiegata in maniera sicura, anche in coerenza con le linee guida internazionali sulla sicurezza.
La cybersecurity è ritenuta infatti un requisito essenziale dell’IA, con lo scopo di garantire resilienza, privacy, correttezza ed affidabilità, ovvero un cyberspazio più sicuro. D’altronde proprio AgID è stata da tempo indicata come l’agenzia preposta a occuparsi di intelligenza artificiale e, in futuro, a fungere da autorità dedicata di controllo sulla base delle prescrizioni dell’AI Act.
Nel documento di AgID, si riferisce che la Pubblica Amministrazione italiana conta esperienze rilevanti nello sviluppo e utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale. Le esperienze citate si riferiscono ai seguenti enti:
- Agenzia delle entrate, per l’utilizzo di algoritmi di machine learning per analizzare schemi e
comportamenti sospetti, aiutando nella prevenzione e rilevazione di frodi;
- INPS, per l’adozione di chatbot per semplificare e personalizzare l’interazione con l’utente,
migliorando l’accessibilità e l’usabilità dei servizi;
- ISTAT, per l’utilizzo di foundation models per generare ontologie a partire dalla descrizione in linguaggio naturale del contesto semantico al fine di migliorare la qualità della modellazione dei dati.
Per passare dalla teoria alla pratica, AgID ha indicato dicembre 2024 come la scadenza entro cui dovrà scrivere le linee guida per promuovere l’adozione dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, quelle per bandire gare e appalti dedicati e quelle per sviluppare le prime applicazioni.
Altre scadenze a breve termine sono fissate al 2025, anno in cui AgID punta a raggiungere quota 150 progetti di progetti di innovazione mediante IA negli enti pubblici, da portare a 400 entro il 2026.
In parallelo, sul fronte acquisti, nel 2025 l’obiettivo è di 100 procedure per acquistare servizi di AI, che nel 2026 devono aumentare fino a 300. Mentre nel campo delle applicazioni, i traguardi da raggiungere nel 2025 e nel 2026 sono rispettivamente di 50 e 100 progetti di sviluppo avviati.
Non indifferente, infine, l’impegno di AgID relativamente alle API, le interfacce utilizzate per accedere a dati e servizi della PA (la più nota è pagoPA). Il Piano si prefigge l’obiettivo di registrare sul Catalogo API della Piattaforma Digitale Nazionale: 400 API entro il 2024, 850 API entro il 2025, 2000 API entro il 2026.
Il 2024 sarà quindi un anno decisivo, perché si dovranno scrivere le regole operative e i piani attuativi dei successivi tre anni. Il 2026 sarà inoltre l’anno di conclusione dei progetti finanziati con il PNRR in tema di digitalizzazione: se tali progetti non saranno terminati il rischio è quello di perdere gli aiuti comunitari.
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