Utravel valorizza il turismo lento e la socializzazione

Turismo lento e socializzazione saranno protagoniste nel 2024. Ne abbiamo parlato con Carlotta Gaddo, co-founder di Utravel

La valorizzazione del turismo lento e della socializzazione fanno parte di una filosofia imprenditoriale che arriva dopo una conferma che ha permesso a Utravel, società Benefit del gruppo Alpitour World e travel brand di riferimento per i giovani (dai 18 ai 39 anni) che vogliono esplorare il mondo, di ampliare la propria proposta con nuove destinazioni e di lanciare le prime strutture esclusive dedicate ai propri viaggiatori in Marocco, Egitto, Fuerteventura e Catania.


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Conviene ricordare che Utravel ha chiuso il 2023 con una crescita di fatturato del +150% rispetto all’anno precedente, portandolo a 10 milioni di euro. Un risultato ottenuto grazie anche ai 10mila viaggiatori, tra Millennials e Generazione Z, che nell’ultimo anno hanno rinnovato il proprio desiderio di viaggiare in maniera sostenibile, alla ricerca di esperienze uniche e autentiche, privilegiando una modalità di viaggio meglio definita come turismo lento.

Progetti sociali

Il 2023 ha visto Utravel impegnata in progetti sociali che hanno portato alla definizione di partnership con Onlus in Kenya e Madagascar e all’inserimento nel team di 5 Coach Local (Community Activator provenienti da 5 diversi Paesi), che hanno raggiunto l’indipendenza economica.

Non solo. Per garantire un’offerta sempre unica sono state inserite nel team 6 nuove figure che hanno dato vita al team Product Experience, dedicato alla ricerca delle esperienze in loco e alla creazione del prodotto digitale, e a quello di People and Culture, che vuole promuovere benessere aziendale dei lavoratori. Anche per il 2024 l’obiettivo è crescere e consolidarsi.

Per farlo Utravel intende inserire entro luglio 2024 5 nuovi Coach per l’area Caraibica e Mediterraneo, un Digital Project Manager e un Data Scientist per poter essere sempre più una Travel tech company. Il team, che oggi conta 26 persone, con un’età media di 28 anni, arriverà così entro fine anno a più di 30 risorse.

Ricerche di personale

Le figure ricercate saranno fondamentali per implementare ulteriormente l’App mobile, attraverso la quale la Naocommunity, una volta effettuata la prenotazione dell’hotel, a due settimane dalla partenza potrà cominciare a conoscersi scambiandosi messaggi e avviando una conversazione anche con il Coach di riferimento.

Consolidare il format NaoClub e un’esperienza sempre più digitale

L’obiettivo primario di Utravel per il 2024 è validare il modello NaoClub | Hotel: dopo l’apertura delle prime 4 strutture il desiderio è quello di lavorare per gestire un totale di 6 location esclusive.

Stiamo parlando di ville oppure di hotel pensati per Generazione Z e Millennials e rappresentano i luoghi di incontro in cui l’aggregazione è amplificata. Ogni struttura dispone di un numero limitato di camere interamente dedicate ad altri Utravelers, con l’obiettivo di far sentire tutti a casa ovunque nel mondo, senza dimenticare di vivere gli spazi comuni insieme ad altri viaggiatori.

Qui saranno presenti anche aree dedicate ai remote-workers con postazioni specifiche. Le ville rappresentano anche il punto di partenza per conoscere il territorio e la cultura circostante, soprattutto grazie ai Local Coach, che abitano le strutture insieme ai clienti e creano un clima di socializzazione a 360 gradi.

Con Carlotta Gaddo, co-founder di Utravel, cerchiamo di conoscere le nuove frontiere del turismo studiate per il 2024.

 

ITALIA ECONOMY - Utravel valorizza il turismo lento e la socializzazione
Carlotta Gaddo – Corporate

Perché il turismo lento sarà protagonista nel 2024?

«Gli Utravel NaoClub sono luoghi di incontro in giro per il mondo, le case che abbiamo trovato nel mondo per i nostri viaggiatori, il punto di partenza per l’esplorazione della meta. Crediamo fermamente in un turismo che promuova le economie locali, attraverso le esperienze e gli incontri con le popolazioni locali, dove lento significa immersione più intensiva con tutti gli aspetti della realtà che ci circonda e circonda i nostri NaoClub.

Credo che in particolare Generazione Z e Millennials siano sempre più alla ricerca di un tipo di turismo “lento”, nel quale possano ritrovare i propri valori e tornare a casa arricchiti di un nuovo bagaglio.

Nel caso di un viaggio Utravel NaoClub può essere immergersi totalmente nell’atmosfera zanzibarina, tramite il coach Vasco, le esperienze locali, ritrovarsi a fare una partita di calcio con i Masai, ritrovarsi davanti ad un falò la sera con i locali e i loro liquori, fare uno scambio culturale con le scuole elementari in cui i bambini provano ad imparare l’italiano e gli italiani lo swahili.

Insomma, non essere solo turisti ma viaggiatori. Credo che questo trend, una volta compreso, diventi irrinunciabile per fare un’esperienza davvero arricchente».

Come coinvolgere i giovani nelle destinazioni di viaggio?

«Noi lo facciamo tramite i coach (community activator and host) e i nostri partner di esperienze locali. C’è assoluta libertà nella scelta di partecipazione ma almeno ogni giorno viene organizzato un “Naotime” – un aperitivo, un momento di ritrovo, un’esperienza da vivere insieme ai propri compagni.

Il coinvolgimento è centrale proprio per fare il salto da turista a viaggiatore. La chiave per il coinvolgimento è proprio il Coach, ovvero il ponte tra il cliente e la realtà locale».

Che ruolo assume il vostro format NaoClub?

«Il nostro format assume quasi un ruolo “educativo”, educazione al rispetto dei luoghi che ci ospitano, educazione alla comprensione e all’approccio con culture diverse dalla propria, in cui il coach ha un’altra volta un ruolo focale».

Quali sono i vostri progetti sociali?

«Siamo società Benefit, per questo abbiamo messo nero su bianco il nostro impegno. Tramite la scelta di piccoli imprenditori/partner locali per le esperienze e la scelta di coach locali, grazie a ciò cerchiamo di portare un impatto positivo sulle economie locali.

Forniamo strumenti tecnologici, formazione, facciamo attenzione a dove finiscono le risorse economiche dell’azienda e dei nostri clienti».

Il digitale come diventa un valore aggiunto nella promozione dei viaggi?

«Per Utravel il digitale è parte integrante del prodotto. Ci piace infatti definirci un travel tech brand. Nasciamo B2C, quindi i nostri viaggi al 99,9% vengono venduti tramite il web.

Abbiamo poi una app in cui i ragazzi prima di partire possono connettersi in chat, incontrare virtualmente gli altri partecipanti e il coach, visionare e prenotare le proprie esperienze di viaggio oltre a trovare i documenti stessi di viaggio.

Inoltre, il digitale ci dà l’opportunità di continuare a migliorare l’esperienza di acquisto del cliente oltre all’esperienza di viaggio vera e propria. A coltivare le nostre community e comunicare con loro, tramite sito, mail, app, social».

 

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Utravel – Cuba

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