Milano guida l’innovazione sostenibile

Milano affronta sfide di innovazione e sostenibilità con un approccio olistico, integrando tecnologia e qualità della vita

Milano si pone all’avanguardia nell’affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità con un approccio olistico, che integra tecnologia e qualità della vita. In un’intervista esclusiva con Paul Renda, Ceo di Miller Group – società di consulenza strategica professionale, organizzativa e dell’innovazione –, abbiamo esplorato il percorso di Milano verso l’eccellenza come hub innovativo.


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Come unica e vera “metropoli” italiana, Milano come sta affrontando le sfide legate a innovazione e sostenibilità? Come si pone rispetto a metropoli quali Boston e Abu Dhabi?

«Milano, la “metropoli” italiana, sta affrontando in questi anni le sfide legate all’innovazione e alla sostenibilità con coraggio e un approccio dinamico, provando a sfruttare le sue qualità di città storica, economica e culturale.

Credo che a differenza di città come Boston e Abu Dhabi, note a livello internazionale per il loro fervore nel campo delle tecnologie e della ricerca, Milano stia provando a integrare l’innovazione in maniera più olistica, puntando non solo sullo sviluppo tecnologico, ma anche sul miglioramento della qualità della vita e sul ruolo dell’uomo all’interno di un mondo sempre più tecnologico.

Milano sta investendo significativamente in infrastrutture sostenibili che prevedono la creazione di nuovi spazi verdi e la promozione di un’urbanistica più vivibile. Ritengo che la città stia evolvendo portandosi gradualmente al livello delle grandi metropoli internazionali.

Non conosco in dettaglio la situazione di Abu Dhabi e Boston pur avendole recentemente visitate; tuttavia, dal punto di vista dell’innovazione, Milano in questo momento si distingue per il suo ecosistema vibrante di start up e incubatori.

Questo ambiente è caratterizzato da una crescente sinergia tra il mondo dell’impresa e quello universitario, un’interazione che rappresenta un punto di forza significativo. Questa collaborazione permette alla città di sviluppare soluzioni creative e funzionali, ideali per affrontare le complessità di un contesto urbano in rapida evoluzione.

L’importanza di eventi internazionali, come il Salone del Mobile e la Settimana della Moda, è fondamentale nel definire l’identità moderna, innovativa e dinamica di Milano. Queste manifestazioni, riferimenti a livello mondiale nel loro campo, non solo attirano un significativo flusso turistico, ma fungono anche da catalizzatori per nuove idee e tendenze nel design, nella moda e nella tecnologia.

ITALIA ECONOMY - Milano guida l’innovazione sostenibile

La presenza di queste grandi fiere stimola costantemente l’economia locale e promuove Milano come centro di pensiero avanguardistico e creatività, contribuendo in modo sostanziale al suo sviluppo come ambiziosa metropoli globale orientata al futuro».

In che modo la collaborazione tra settore pubblico, privato e accademico sta influenzando lo sviluppo di Milano come centro innovativo?

«Ritengo che la collaborazione tra il settore pubblico, privato e accademico sia cruciale per il posizionamento di Milano come centro di innovazione globale. La mia esperienza mi porta a pensare che questo ecosistema integrato, che intreccia condivisione di risorse, investimenti reciproci in ricerca e sviluppo, e formazione di talenti, sia certamente uno dei segreti della città e del suo percorso verso nuove frontiere della conoscenza e della tecnologia.

L’interazione tra questi diversi settori favorisce un ambiente ricco di stimoli creativi e tecnologici, essenziali per lo sviluppo di soluzioni innovative che hanno un impatto sia locale che globale.

Inoltre, l’integrazione tra questi ambiti facilita la creazione di un ecosistema dinamico, dove le idee possono essere rapidamente trasformate in prodotti o servizi, aumentando la competitività e l’attrattività della città come polo di innovazione (il settore del design e dell’arredo è certamente un esempio di tale interazione).

Mi sembra che il ruolo di Milano come hub internazionale di innovazione si stia ulteriormente rafforzando grazie alla capacità di attrarre talenti e investimenti esteri, creando un ciclo virtuoso di crescita e sviluppo. La città si posiziona quindi come un modello di come le sinergie tra pubblico, privato e accademico possano non solo coesistere, ma collaborare attivamente per trasformare le sfide del presente in opportunità per il futuro».

Quali sono, dal punto di vista di un imprenditore con un occhio sul futuro, le tendenze emergenti e i driver che stanno guidando e guideranno lo sviluppo delle metropoli del futuro?

«Ritengo che le tendenze emergenti e i driver che stanno plasmando le metropoli del futuro siano molteplici e varino da aspetti tecnologici a cambiamenti sociali e ambientali.

Dal mio punto di vista alcuni dei principali fattori saranno i seguenti. La sostenibilità ambientale ed economia circolare: la crescente consapevolezza delle questioni climatiche e ambientali spinge le città a investire in soluzioni sostenibili, come l’incremento di spazi verdi, l’adozione di tecnologie per l’efficienza energetica e l’integrazione di principi di economia circolare che mirano a massimizzare il riutilizzo e il riciclo delle risorse.

Questo non solo ridurrà l’impronta ecologica delle metropoli, ma contribuirà anche a un ambiente più pulito e sostenibile, migliorando la qualità della vita dei cittadini. La digitalizzazione e le smart cities: l’uso di tecnologie avanzate come l’Internet of Things, l’intelligenza artificiale e i big data sta trasformando le città in smart cities.

Sempre più queste tecnologie permetteranno una gestione più efficiente delle risorse cittadine, migliorano i servizi pubblici, la sicurezza e ottimizzando gli spostamenti. Ciò renderà le città più reattive e interconnesse, probabilmente semplificando la vita dei cittadini.

L’economia condivisa e collaborativa: l’ascesa dell’economia condivisa sta influenzando diversi aspetti della vita urbana, dai sistemi di trasporto (car sharing, bike sharing) agli spazi di co-working. Queste pratiche non solo ottimizzeranno l’uso delle risorse, ma contribuiranno a promuovere una maggiore connessione e collaborazione tra le persone.

La demografia e inclusività: le città del futuro dovranno affrontare le sfide poste da una popolazione che invecchia e dall’esigenza di integrare efficacemente migranti e minoranze. Questo implicherà la creazione di infrastrutture e servizi in grado di rispondere alle esigenze variegate di una popolazione diversificata.

La resilienza urbana: le metropoli stanno diventando sempre più focalizzate sulla resilienza, cercando di prepararsi e rispondere meglio a crisi come pandemie, disastri naturali o attacchi informatici. Ciò include una pianificazione urbana capace di tener in conto i rischi di eventi estremi e la creazione di sistemi e infrastrutture che possano assicurare continuità e sicurezza. In aggiunta a questi aspetti, la capacità di attrarre talenti e investimenti è fondamentale per il dinamismo e la crescita delle metropoli.

Città che offrono opportunità innovative, ambienti stimolanti e infrastrutture di supporto sono quelle che riescono a trattenere e attrarre i migliori talenti e capitali, creando un ciclo virtuoso di innovazione e sviluppo. Questi driver sono interconnessi e il loro impatto può variare da una metropoli all’altra, ma il denominatore comune è la ricerca di soluzioni che migliorino la sostenibilità, l’efficienza e l’inclusività, garantendo che le città rimangano vivibili, attrattive e competitive nel lungo termine».

ITALIA ECONOMY - Milano guida l’innovazione sostenibile

Dal suo punto di vista, quali sono le metropoli in ascesa che vede svilupparsi all’orizzonte? L’Europa, nella sua dimensione urbana storicamente medievale e rinascimentale, riuscirà a restare al passo?

«Dal mio punto di vista, diverse metropoli in ascesa stanno emergendo come centri di innovazione e sviluppo a livello globale. Città come Bangalore in India, con il suo rapido sviluppo nel settore tecnologico, e Shenzhen in Cina, ormai riconosciuta come hub per l’alta tecnologia e l’innovazione a livello mondiale, sono esempi di metropoli che stanno tracciando nuovi percorsi di crescita urbana e sviluppo economico.

Conosco bene da anni l’evoluzione del Sud America dove città come San Paolo, Santiago del Cile e Medellín stanno guadagnando attenzione per la loro crescita economica e la vivace scena imprenditoriale grazie ai passi da gigante.

Per quanto riguarda l’Europa, il continente affronta sfide uniche dovute alla sua struttura urbana, creando contesti densi e compatti che possono limitare la modernizzazione infrastrutturale.

Tuttavia, città come Amsterdam e Barcellona stanno dimostrando che è possibile integrare l’innovazione mantenendo il rispetto della propria dimensione storica.

Queste città stanno investendo in sostenibilità, tecnologie verdi e soluzioni di mobilità intelligente che le rendono leader nell’adattamento urbano al futuro. In generale, mi piacerebbe che l’Europa riuscisse a rimanere competitiva grazie all’impegno nella ricerca e sviluppo, nelle politiche ambientali progressive e nel sostegno a un’innovazione capace di rispettare il contesto storico e culturale».

Secondo la sua esperienza, quali sono le principali caratteristiche che un’impresa italiana deve avere per ottenere successo sia sul territorio italiano che su quello delle grandi metropoli estere?

 «Secondo la mia esperienza, per avere successo sia in Italia che all’estero, l’impresa italiana deve possedere alcune caratteristiche chiave come flessibilità operativa e capacità di adattamento. Vi sono poi ulteriori aspetti fondamentali quali.

L’innovazione e la qualità: le imprese italiane sono rinomate per l’alta qualità dei loro prodotti e servizi, spesso frutto di un sapiente mix di tradizione artigianale e innovazione.

È fondamentale mantenere elevati standard di qualità e allo stesso tempo investire in ricerca e sviluppo per rimanere competitivi a livello internazionale. La flessibilità e l’adattabilità: la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato è cruciale.

Questo include la flessibilità nella produzione, l’adattamento dei prodotti ai gusti locali e la capacità di rispondere prontamente alle fluttuazioni della domanda.

Le competenze digitali: l’efficacia nell’uso delle tecnologie digitali è ormai indispensabile, non solo per la gestione interna dell’azienda, ma anche per la commercializzazione dei prodotti attraverso e-commerce e piattaforme digitali che possono ampliare significativamente la portata del mercato.

La sostenibilità e la responsabilità sociale: come dicevamo precedentemente un crescente numero di consumatori a livello globale valuta positivamente le imprese che dimostrano un impegno verso la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Le aziende italiane possono distinguersi promuovendo pratiche di business eco-compatibili e socialmente responsabili.

La capacità di networking e collaborazione: infine, costruire e mantenere una rete solida di relazioni sia all’interno che al di fuori dell’Italia è fondamentale. Collaborazioni strategiche, sia con altre aziende che con istituzioni accademiche, possono aprire nuove opportunità e fornire accesso a risorse e conoscenze preziose.

Queste caratteristiche non solo aiuteranno le imprese italiane a consolidare la loro presenza sul mercato nazionale, ma le renderanno anche competitive e riconosciute sul palcoscenico internazionale, contribuendo al loro successo nelle grandi metropoli mondiali».

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Martina Rossi

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