IXL-Center trasformare l’innovazione in una disciplina

XL-Center promuove l’innovazione come disciplina certificata, offrendo consulenza strategica e formazione per favorire la crescita aziendale e lo sviluppo

In un mercato sempre più competitivo, dominato da continue sfide tecnologiche e di sostenibilità, diventano strumenti indispensabili, per aziende e professionisti, non soltanto competenze specifiche e consolidate, ma anche flessibilità e agilità nell’affrontare la complessa realtà in rapida trasformazione.


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Nell’ambito dell’innovazione, IXL-CenterCentro per l’innovazione, l’eccellenza e la leadership –, si pone come punto di riferimento per il mercato mondiale, offrendo consulenza strategica all’avanguardia e formazione mirata.

A livello nazionale, forma e certifica professionisti con l’obiettivo di trasferire loro metodi e strumenti di innovazione che consentono di potenziare la creatività e favoriscono lo sviluppo di progetti capaci di generare una crescita aziendale di valore e vantaggi competitivi.

In estrema sintesi, oggi la mission di IXL-Center è quella di trasformare l’innovazione in una disciplina aziendale certificata. Attualmente opera in 12 Paesi, dalla Corea del Sud, agli Stati Uniti, passando per Dubai, Bogotà, San Paolo, Milano e Londra. Di innovazione, sostenibilità e futuro abbiamo parlato direttamente con Massimo Andriolo uno dei fondatori di IXL-Center.

Come nasce IXL-Center?

«IXL-Center – o meglio Center for Innovation, Excellence and Leadership – è una società di consulenza strategica, di innovazione e di formazione nata nel 2007 a Boston.

Io sono uno dei tre co-fondatori insieme ai direttori della divisione innovazione strategica di due delle più prestigiose società di consulenza strategica al mondo: una è ADL – Art of the Little –, nata nel 1866 a Boston, e l’altra è Monitor Group, la società del professore di Strategia della Harvard Business School Michael Porter.

Loro sono stati in primis i miei professori di innovazione. Insieme abbiamo cercato di prendere l’innovazione, che nel 2007 significava tutto e niente, e renderla una disciplina certificata e l’innovatrice e l’innovatore una professione, esattamente come in passato è successo per il project management e il marketing».

 Di cosa si occupa IXL-Center? Attraverso quali servizi cerca di rendere l’innovazione una realtà?

«Dal 2007 ho imparato che le migliori innovazioni nascono dove si intersecano cuore e mente. Con cuore intendo empatia per comprendere i bisogni o i desideri del mercato, e creatività per generare prodotti, servizi ed esperienze che li soddisfino. Con mente intendo strutture e disciplina per priorizzare, completare le idee e portarle più velocemente sul mercato con meno rischi.

Noi in Italia, nella parte sinistra dell’equazione, siamo unici al mondo, siamo imbattibili. Nella parte destra di questa equazione siamo carenti e proprio su questo punto intendiamo focalizzarci».

Come IXL aiuta le aziende e le persone a fare innovazione in maniera concreta?

«In primis attraverso l’attività di consulenza: trasferiamo competenze, strumenti e metodi di innovazione ai team aziendali. Li mettiamo al lavoro per trovare autonomamente delle soluzioni e delle sfide di innovazione.

Dopo “esserci fatti le ossa” con l’approccio We do things with you, è nata la grande opportunità di insegnare innovation management in università. Adesso insegniamo innovazione in oltre 40 prestigiose università in giro per il mondo, quali Harvard, Stanford, London Business School e SdA Bocconi.

Questo perché avere degli innovatori professionisti è una delle priorità sull’agenda dei manager di tutto il mondo. Attualmente non esistono dei protocolli che aiutino veramente a disciplinare l’innovazione e nemmeno dei protocolli di certificazione di buone prassi o delle capacità professionali dei lavoratori.

Prendiamo ad esempio il Bando Innovation Manager realizzato dal MIMIT, il Ministero delle imprese e del made in Italy: definisce innovation manager i lavoratori con una laurea e qualche anno di esperienza in una determinata azienda.

Ma chi certifica che queste figure abbiano le competenze di coinvolgere team, di unire la parte sinistra e destra del cervello? Nessuno. Per questo noi cerchiamo di rendere i nuovi innovation manager completi, non solamente dal punto di vista delle esperienze, ma anche delle competenze».

Dunque, in maniera metaforica, disegnare il futuro per IXL-Center, che cosa significa?

«Prima di tutto, significa creare passione, per pensare e agire in un modo nuovo. Se torniamo all’innovation manager deve essere anche un coach, perché deve essere in grado di dare fiducia alle persone, deve aiutarle a uscire dalla comfort zone.

Deve altresì dare dei processi per strutturare la creatività delle persone. Per l’immediato futuro vedo, inoltre, la necessità di unire l’innovazione privata con quella pubblica. Il mondo attuale è talmente veloce e complesso che nessuno sa come sarà soltanto tra un anno; pertanto, mettere tutta l’innovazione sulle spalle del mondo privato non è più possibile.

Una città, uno Stato, non può più mettere a frutto tutto il proprio potenziale se la mano pubblica non innova. Per fare qualche esempio, a Dubai, abbiamo condotto moltissimi progetti di public innovation management, lo abbiamo fatto anche con la Camera di Commercio di Roma o con la Città di Verona, dove formiamo manager pubblici in innovation management.

Ciò consente loro di comunicare meglio con tutti gli stakeholder e di sviluppare servizi al cittadino o alle aziende che siano più fruibili, più innovativi e più efficienti. Quello della public-private partnership nell’innovazione è senz’altro uno dei temi principali del prossimo futuro.

A tal riguardo vedo un potenziale enorme anche per l’Italia, perché il Pnrr offrirà ingenti somme di denaro per realizzare proprio questo tipo di attività e, dunque, per digitalizzare e rendere la mano pubblica più innovativa. C’è ogni tanto qualcuno in Italia che mi dice che non può funzionare, la mano pubblica non reagirà mai.

Di solito replico spiegando che uno dei nostri mercati migliori è la Colombia, dove facciamo molti progetti di public innovation management. Medellin, secondo Newsweek e Wall Street Journal, è diventata una delle città più innovative dopo New York City e Tel Aviv. Ma se ce l’ha fatta Medellin, in Colombia, vuole che non ce la facciamo noi italiani?».

ITALIA ECONOMY - IXL-Center trasformare l’innovazione in una disciplina

Abbiamo parlato di innovazione, ma c’è un’altra faccia della medaglia da considerare, quella della sostenibilità: come si declina in IXL-Center?

«Fino a qualche anno fa si diceva che digital is not an option, adesso sustainability is not an option. La sostenibilità è un tema assolutamente importante, che però si sta trasformando in una sorta di isteria collettiva. Bisogna puntare sulla sostenibilità ad ampio spettro, a sostegno dei tre i pilastri Esg, non solamente a tutela dell’ambiente.

Anche in questo campo emerge uno scenario simile a quello che abbiamo osservato per l’innovazione: il 91 per cento delle aziende vede l’innovazione come una delle priorità assolute, però meno del 20 per cento è soddisfatto dei risultati che ottiene dai propri progetti di sostenibilità. L’80 per cento non è soddisfatto perché non ha metodo nell’innovare.

Lo stesso accade in ambito di sostenibilità: le aziende producono un nuovo materiale, un nuovo prodotto sostenibile che però che non è allineato alle campagne di marketing, non è allineato ai business models, quindi senza un filo rosso che le unisca.

Per questo ritorno alla scienza dell’innovation management, perché gestendo l’innovazione in generale e anche i progetti di sostenibilità con una logica, si possono senz’altro ottenere dei risultati migliori, avere un impatto migliore, sfruttando contestualmente meno risorse.

Le aziende che fanno progetti di sostenibilità o di innovazione senza metodo bruciano il 46 per cento delle risorse investite in innovazione, in progetti che non portano i risultati sperati. Mentre chi sistemizza i processi di innovazione, ne brucia solamente il 20 per cento. Dunque, anche la sostenibilità è importantissima, è una parte dell’innovazione che però deve essere gestita con metodo».

ITALIA ECONOMY - IXL-Center trasformare l’innovazione in una disciplina

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Beatrice Elerdini

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