Agricoltura italiana in ripresa: produzione, occupazione e valore aggiunto in crescita nel 2024
Nel 2024 l’Italia conquista il primato UE per valore aggiunto agricolo. Frutta, vino e legumi trainano la produzione. Migliora la redditività grazie al calo dei costi.
Fonte: ISTAT – Report “Andamento dell’economia agricola – Anno 2024” (pubblicato il 28 luglio 2025)
Nel 2024 il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca ha mostrato un andamento complessivamente positivo, superando in performance il resto dell’economia nazionale. La produzione è cresciuta in volume dello 0,6%, mentre il valore aggiunto ha registrato un incremento reale del 2%. Ancora più significativa è la crescita in volume del valore aggiunto del settore agroalimentare (+3,0%), sostenuta soprattutto dall’industria alimentare.
Il valore complessivo della produzione del settore primario ha raggiunto i 77,1 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto ha toccato i 44,4 miliardi. Si tratta di un traguardo importante che ha permesso all’Italia di conquistare il primato in Europa per valore aggiunto agricolo, superando Francia, Germania e Spagna.
I comparti in crescita: frutta, vino, legumi e ortaggi
L’annata agricola è stata favorevole per diverse colture. Particolarmente positivo il recupero della frutta, con un aumento della produzione in volume del 10,8%, trainato da pere (+60,3%), albicocche (+15,9%) e nettarine (+15,6%). Dopo la forte contrazione del 2023, anche il vino ha segnato una ripresa (+4%), sebbene non abbia ancora recuperato i livelli medi del decennio.
In crescita anche le produzioni di patate (+10,0%), legumi secchi (+7,8%) e ortaggi (+2,4%). Bene anche le coltivazioni industriali (+1,7%), floricole (+1,0%) e il comparto vivaistico (+0,9%). Il settore zootecnico ha registrato una moderata crescita della produzione (+0,8%), sostenuta in particolare dalle carni bovine (+2,5%) e dal latte (+1,4%).
Tra le attività non strettamente agricole, è cresciuta la produzione di energia rinnovabile (+6,2%), e ha continuato il trend positivo l’agriturismo, con una produzione prossima ai 2 miliardi di euro.
I settori in calo: cereali, agrumi e olio d’oliva penalizzati dal clima
Il 2024 non è stato favorevole per tutte le colture. I cereali hanno registrato una contrazione significativa (-6,9%), così come gli agrumi (-6,3%) e l’olio d’oliva (-4,7%). Quest’ultimo ha risentito della siccità e del caldo anomalo, con una produzione inferiore alla media degli ultimi cinque anni. A soffrire in particolare è stata la Sicilia, dove si è registrato un calo produttivo del 7,2%.
Anche le attività di supporto all’agricoltura sono diminuite in volume (-0,7%), così come la produzione di foraggi (-0,6%).
Prezzi e redditività: cresce il valore dell’output, calano i costi
I prezzi di vendita dei prodotti agricoli sono aumentati in media dell’1,8% nel 2024, in rallentamento rispetto al +3,6% dell’anno precedente. Gli aumenti più marcati hanno interessato l’olio d’oliva (+13,2%), il vino (+10,5%), ortaggi (+8,7%) e frutta (+5,7%). Sono invece diminuiti i prezzi degli agrumi e dei cereali (-13,3% per entrambi) e dei legumi secchi (-5,9%).
Sul fronte dei costi, il settore ha beneficiato di un calo significativo degli input: i prezzi dei beni e servizi impiegati sono scesi del 7,1%, con riduzioni particolarmente forti per prodotti energetici (-15,2%), concimi (-13,5%) e mangimi (-7,7%). La spesa per consumi intermedi si è così ridotta a 31,4 miliardi di euro, dai 34,1 dell’anno precedente.
Il miglioramento del differenziale tra output e input ha determinato un aumento della redditività: la ragione di scambio per il settore agricolo è salita del 9,6%, confermando il trend positivo del 2023 (+7,6%).
Lavoro e investimenti: più occupati, meno investimenti
L’occupazione nel settore ha registrato un aumento dello 0,7% in termini di Unità di lavoro (Ula), grazie alla crescita dei lavoratori dipendenti (+3,1%) che ha compensato il calo degli indipendenti (-0,7%). L’industria alimentare ha contribuito in modo importante all’aumento dell’input di lavoro del settore agroalimentare (+1,6%).
I redditi da lavoro dipendente sono cresciuti dello 0,7% e le retribuzioni lorde dello 0,8%. In controtendenza, però, gli investimenti fissi lordi sono calati: -1,6% in valore e -1,4% in volume.
Andamento territoriale: Sud e Centro in testa, male le Isole
A livello territoriale, la crescita della produzione ha interessato quasi tutte le aree italiane, ad eccezione delle Isole (-5,2%) e del Nord-ovest (-0,1%). Le crescite più marcate si sono registrate nel Centro (+2,5%), Nord-est (+1,9%) e Sud (+1,6%). In termini di valore aggiunto, il Sud ha segnato la crescita più rilevante (+5,3%), seguito da Centro (+5,2%) e Nord-est (+4,5%).
A livello regionale, spiccano Abruzzo (+9,7% di produzione in volume e +21,7% di valore aggiunto), Emilia-Romagna (+6,1% e +15,0%) e Umbria (+10,0% di valore aggiunto). La Sicilia, invece, ha mostrato un calo sia nella produzione (-7,2%) sia nel valore aggiunto (-10,1%).
Confronto europeo: l’Italia guida il valore aggiunto
Nel confronto con l’Unione Europea, l’Italia ha conquistato nel 2024 il primo posto per valore aggiunto agricolo, con 43,0 miliardi di euro (18,4% del totale Ue27), davanti a Spagna (38,5 miliardi) e Francia (35,4 miliardi).
Il valore della produzione agricola della Ue27 è stato di 532,4 miliardi, in calo dello 0,9% rispetto al 2023. L’Italia ha raggiunto i 75,4 miliardi, posizionandosi al terzo posto per produzione dietro a Francia (89,4 miliardi) e Germania (75,5 miliardi).
A livello continentale, l’indicatore A di reddito agricolo è aumentato dell’1,9%, con l’Italia che ha segnato un +10,4%, seconda solo all’Irlanda (+31,5%).