Sport&Outdoor: il report

L’Italia guida lo Sport&Outdoor in Europa: record di esportazioni e crescita sostenibile. Con il 22% delle vendite UE e una bilancia commerciale positiva, il settore italiano dello sport si conferma leader in Europa. Crescita prevista nel 2025 nonostante le sfide globali

Nel cuore dell’Europa industriale, l’Italia si distingue per la sua leadership nel settore Sport&Outdoor, sia in termini di produzione che di esportazione. Secondo il primo rapporto sul comparto, presentato il 17 luglio 2025 dall’Area Studi Mediobanca, l’Italia non solo guida le esportazioni extra-UE di articoli sportivi, ma vanta anche una bilancia commerciale positiva, superando nazioni storicamente forti come Germania, Francia e Austria.

Leadership europea nelle esportazioni e nella produzione

Nel 2023 l’Italia è risultata l’unico paese dell’UE con una bilancia commerciale positiva per gli articoli sportivi, pari a 644 milioni di euro, frutto di esportazioni per 3.344 milioni e importazioni per 2.700 milioni. Ancora più significativa è la bilancia extra-UE, con un saldo attivo di 848 milioni, la migliore dell’intero continente.

In ambito esportativo, l’Italia controlla un quinto delle esportazioni extra-UE e si posiziona al primo posto per valore, davanti a Francia e Germania. In particolare, eccelle in cinque specialità: articoli per ginnastica e atletica, calzature sportive, fucili da tiro, abbigliamento per sport acquatici e da sci, e pattini. È inoltre il secondo esportatore europeo per articoli sportivi invernali e tennis, e il terzo nel cycling.

Un tessuto produttivo di qualità e dimensione media elevata

Nonostante la media aziendale italiana sia tradizionalmente inferiore rispetto ai competitor europei, le aziende del comparto Sport&Outdoor registrano un fatturato medio di 3,4 milioni di euro, oltre il doppio della media UE (1,5 milioni) e più del triplo di quella francese (1,1 milioni). Solo l’Austria fa meglio, con 8,3 milioni di fatturato medio.

Le 82 principali aziende italiane del settore, selezionate per avere un fatturato superiore a 19 milioni e una forza lavoro oltre le 50 unità, hanno generato nel 2023 un giro d’affari di 11,7 miliardi di euro (+0,6% rispetto al 2022), occupando quasi 50.800 addetti.

Dinamiche territoriali: il Nord fa da traino

Il Nord Est concentra il 52,4% del fatturato del comparto, seguito dal Nord Ovest (38%). Il Veneto, con il distretto dello Sportsystem di Asolo e Montebelluna, è al centro della produzione, generando da solo il 36% del fatturato produttivo italiano nel settore, grazie alla specializzazione nelle calzature sportive tecniche e invernali.

Performance e redditività delle imprese

Le imprese italiane del settore si dividono tra manifatturiere (88,1% del fatturato) e no-factory (11,9%). I produttori di attrezzature sportive rappresentano il 53,1% dei ricavi, seguiti da abbigliamento (27%) e calzature (19,9%).

La redditività complessiva ha segnato una lieve flessione, passando dall’8,5% di ebit margin nel 2021 al 7,2% nel 2023. A brillare in termini di profitti sono Favero Electronics (43,8% di ebit margin), Union Binding Company (25,7%) e Colnago Ernesto e c. (23,4%).

Sostenibilità e innovazione: le sfide del futuro

Il settore affronta le sfide globali con strategie mirate: l’83,3% delle aziende si affida all’autofinanziamento e quasi il 60% non riscontra difficoltà di accesso al credito. Molte sono le iniziative in ambito ESG, anche se un quarto delle imprese non comunica i propri sforzi in tema di sostenibilità.

Il 72,7% delle imprese sviluppa prodotti con requisiti ambientali e gestisce i rifiuti in ottica di riciclo. Tuttavia, solo il 44,4% ritiene realistico l’obiettivo “Emissioni Zero” entro il 2050, segno che la transizione ecologica è in corso ma non ancora pienamente interiorizzata.

Proiezione internazionale e sviluppo tecnologico

Le esportazioni coprono il 63,6% del fatturato totale, con picchi nei settori Multi-sport (71,5%) e Motorsport (71,1%). I principali mercati di sbocco sono Europa (41%), Americhe (15%) e Asia (7%). A livello produttivo, il 41,3% dei siti si trova in Italia e il 58,7% all’estero, con forte presenza in Europa e Asia.

Molte imprese italiane mantengono in patria le attività a maggior valore aggiunto, come design, ricerca e sviluppo. Le spese in R&S rappresentano il 2,2% del fatturato, mentre le attività promozionali incidono per il 5%.

Scenario mondiale: multinazionali in espansione

A livello globale, le 52 multinazionali Sport&Outdoor con fatturato superiore al miliardo hanno totalizzato 356 miliardi di euro nel 2024 (+3,8%). La crescita è stata guidata dalle aziende europee (+5,3%) più dinamiche rispetto a quelle nordamericane (+1,5%) e in controtendenza rispetto ai cali del settore moda (-1,4%).

Nike si conferma leader globale con 49,4 miliardi di euro, seguita da Adidas (23,7), The Gap (14,5), JD Sports Fashion (13,8) e lululemon athletica (13,8). Il giro d’affari mondiale nel 2025 è atteso in aumento a 363 miliardi di euro (+2%).

La sfida della sedentarietà in Italia

Sul piano sociale, il report evidenzia l’importanza dell’attività fisico-sportiva per la salute pubblica. Nonostante una crescente consapevolezza, l’Italia resta tra i paesi più sedentari dell’OCSE: l’80,3% degli adulti non raggiunge i livelli di attività raccomandati dall’OMS, con costi sanitari stimati in 1,3 miliardi di euro l’anno fino al 2050.

L’approvazione del nuovo comma all’articolo 33 della Costituzione, avvenuta nel settembre 2023, sancisce ufficialmente il valore sociale e educativo dello sport, ponendolo al centro delle politiche di benessere.

Fonte dei dati: CS Report Sport&Outdoor, 17 luglio 2025 – Area Studi Mediobanca

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Immagine di Giulia Chittaro
Giulia Chittaro

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